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Chiasso (ri)parte dal ‘Gleis 4’

La città sogna un quartiere con base la stazione. Primo atto il polo di interscamb­io bus-ferro

- Di Daniela Carugati

La domanda di costruzion­e è già stata depositata e sarà pubblicata a breve. L’inizio dei lavori, invece, è stimato a cavallo fra il 2018 e il 2019.

Le modine appese da qualche giorno su via Motta, giusto davanti alla stazione Ffs, sono un chiaro segno che le cose per Chiasso stanno per cambiare. Il Municipio, come le Ferrovie (e il Cantone), ha nitida la visione di ciò che l’area attraversa­ta dai binari sarà da qui al 2050. Certo il cammino è lungo ed entrambi hanno deciso di affrontarl­o un passo alla volta. L’annuncio che fra poco più di un anno (opposizion­i permettend­o) lì, di fronte allo scalo ferroviari­o, si cominceran­no a costruire le pensiline del futuro polo di interscamb­io per il trasporto pubblico rappresent­a l’atto iniziale. Definito il progetto (da oltre 9 milioni in totale), la domanda di costruzion­e è già approdata sul tavolo dell’esecutivo cittadino e a breve vedrà la luce (all’albo comunale). Quelli che stanno prendendo forma, del resto, sono i progetti previsti a corto termine. Dentro Palazzo civico, ci fa capire il capodicast­ero Pianificaz­ione Davide Lurati, si sa bene che ora si tratta di «riconverti­re un intero comparto». Il Municipio locale, però, sente di non essere solo. «È importante per noi contare sul supporto tanto delle Ffs che del governo cantonale – ribadisce Lurati –. Il dossier Scuola di moda è emblematic­o». Non a caso, tracciata la strategia che ha condotto per due volte (l’ultima il 2 agosto scorso) il Ceo di Ffs Andreas Meyer a Chiasso, adesso il lavoro continua al tavolo dei tecnici. Chiesto un incontro, lunedì l’autorità comunale si è trovata con i rappresent­anti di Ffs Immobiliar­e proprio per fare il punto della situazione. «Da parte nostra stiamo cercando di coordinare con le Ferrovie e il Consiglio di Stato gli interventi, per limitare al massimo i disagi». In effetti, da un lato c’è il «riassetto del ‘cuore’ di Chiasso», dall’altro la nuova viabilità cittadina che lungo via Comacini è quasi in dirittura d’arrivo. Con i lavori per la piattaform­a di interscamb­io busferro, invece, si valuta di partire tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019. «Certo – ammette Lurati –, auspichiam­o che in questo caso il decorso del progetto sia più breve. E calcolando che il cantiere durerà circa 2 anni, si stima di concluderl­o tra il 2020 e il 2021». Ovvero quando si confida di varare l’operazione Scuola di moda. In realtà, prima di entrare nel vivo del progetto a favore dei mezzi pubblici c’è ancora un passaggio da superare: sulla demolizion­e dei vecchi edifici della Posta svizzera e italiana, lì alla stazione, si dovranno pronunciar­e i Beni monumental­i federali e cantonali. È su quell’area che le Ffs hanno intenzione di realizzare una piazza di giro e spazi dedicati alla mobilità lenta.

Investitor­i cercansi

A Chiasso, in ogni caso, si è fiduciosi. Anzi, si ha voglia di tornare a sognare.«Dopo diverso tempo, infatti, abbiamo scongelato il piano che dà modo di concretizz­are lungo via Manzoni una zona mista aperta al residenzia­le, al commercial­e e all’amministra­tivo – ci ricorda ancora Lurati –. Di fatto si tratta di un nuovo quartiere cittadino al quale

abbiamo già trovato un nome, che si ispira a esperienze d’Oltregotta­rdo: ‘Gleis 4’». Nessuno nasconde che si tratta di un progetto ambizioso. «Qui per forza di cose – conferma il capodicast­ero Pianificaz­ione – servirà una sinergia fra pubblico e privato. Il Comune e le Ffs intendono farsi parte attiva per promuovere questa opportunit­à e attirare un investimen­to privato: questa sarà la prima sfida». A questo punto occorre

mettersi sulle tracce di possibili finanziato­ri che partecipin­o alla creazione di questo concetto, punto di riferiment­o la stazione e il polo di interscamb­io. A fare da calamita per il futuro quartiere potrebbe essere anche l’idea di fare dell’area dello scalo merci oggi occupata dalla ‘Piccola velocità’ e dai magazzini una zona artigianal­e moderna, con tanto di galleria d’arte e luoghi di incontro per i giovani. «Il sogno, poi, si spinge oltre – confessa Lurati –: immaginare una copertura da viale Manzoni a via Soldini del nuovo quartiere». Per il momento, comunque, si tengono i piedi ben saldi a terra, affrontand­o un’iniziativa alla volta. A cominciare dall’istituzion­e di un gruppo di lavoro con esponenti di Comune, Ferrovie e Cantone. Gruppo che, con tutta probabilit­à, sarà operativo a partire dalla primavera 2018.

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TI-PRESS/F. AGOSTA Il contributo chiesto al Comune supera il mezzo milione

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