Quartieri, inopportuno ritorno al passato
Segue da pagina 12 (...) rispettivamente le autorità comunali, su temi e problematiche inerenti il relativo quartiere. L’associazione di quartiere, se proposta, dovrà avere un minimo di aderenti variabile da 20 a 100 a seconda della popolazione residente nello stesso. Il forte rischio, anche se sulla carta chiunque abbia compiuto 15 anni potrebbe per statuto aderirvi (art. 77, cpv. 3, punto a), è quello che queste associazioni vengano costituite dalle stesse persone che per decenni hanno detenuto il potere politico nei vecchi Comuni ora trasformati in quartieri, soprattutto dove vigevano forti maggioranze, spesso assolute, che escludevano di fatto le minoranze e instauravano una sorta di potere oligarchico. Situazione per fortuna non più presente negli organi politici della nuova Città. Pur avendo solo scopi consultivi all’attenzione del Municipio, la probabilità che si instaurino nuovamente vecchie dinamiche all’interno dei quartieri, che andranno a condizionare in modo marcato la politica della Città all’interno del quartiere stesso, è molto elevata. Personalmente preferirei di gran lunga le commissioni di quartiere composte da 3 a 7 membri e nominate dal Municipio proporzionalmente, si spera, ai pesi politici della nuova Città. Auspico pertanto che prima di approvare il nuovo Regolamento, il Consiglio comunale possa fare le dovute riflessioni in merito.