Fra la Terra e il Sole
Inizia oggi l’incontro tra gli esperti del settore per capire le relazioni tra il pianeta e la sua stella
Sono 36 i ricercatori che partecipano al workshop di Locarno per rafforzare la ricerca sulla fisica solare e terrestre. Ramelli, Irsol: ‘Bella opportunità’.
La scienze terrestri e solari si incontrano oggi e domani alla biblioteca cantonale di Locarno. Proposto dall’Istituto ricerche solari di Locarno (Irsol) in collaborazione con il comitato nazionale Scostep, l’evento ha come obiettivo quello di mettere in contatto esperti provenienti da tutti i campi degli studi solari e terrestri al fine di identificare delle sinergie, creare delle collaborazioni e rafforzare la relativa comunità. Eruzioni solari, modelli dei fenomeni manifestati dal plasma, variabilità dell’attività del Sole e i suoi effetti sull’atmosfera e sul clima della Terra saranno i temi principali che verranno affrontati dagli oltre 36 esperti, tra i quali c’è pure Renzo Ramelli, ricercatore presso l’Irsol e membro del comitato svizzero di Scostep. «È una bella opportunità – premette Ramelli –. L’incontro ha come scopo quello di capire meglio qual è l’interazione tra il Sole e la Terra, da cui derivano questi fenomeni. Macchie, eruzioni e tempeste solari sono aspetti che coinvolgono il campo magnetico e, di conseguenza, influenzano la Terra creando disturbi alla telecomunicazione, aurore boreali e, in casi estremi, blackout elettrici. Un altro tema su cui ci soffermeremo – continua il ricercatore dell’Irsol – riguarda l’influenza sul clima terrestre. Premettendo che al giorno d’oggi tutta la comunità scientifica concorda sul fatto che il riscaldamento globale sia dovuto soprattutto all’attività umana, bisogna comunque capire il ruolo dei singoli attori, dei quali il Sole fa parte e tra i quali ha la sua influenza». A questo proposito, uno studio effettuato dall’osservatorio fisico-meteorologico di Davos ha recentemente evidenziato che in futuro sarà possibile osservare una progressiva riduzione dell’attività solare, che potrebbe portare a una riduzione del surriscaldamente globale, seppur di lieve entità. L’ipotesi è dettata dell’intensità degli ultimi cicli solari, dalla durata di circa 12 anni, che rendono verosimile una progressiva riduzione dell’attività solare entro 50 o 100 anni. «I cicli non sono perfettamente regolari: per esempio nel XVII secolo le radiazioni solari scomparvero per circa 60 anni, e si creò una piccola era glaciale».
‘Avanti a piccoli passi’
Grazie all’innovazione della strumentazione a disposizione, il settore di ricerca è in continua evoluzione. «Si fanno sempre nuove scoperte – continua Ramelli –, ma in una dimensione così complessa rimangono piccoli passi, perché le domande alle quali rispondere sono ancora molte. È chiaro che la strumentazione odierna ci agevola, soprattutto per quanto riguarda le osservazioni: i telescopi sono sempre più potenti e in grado di fornire agli studiosi una visione ancor più dettagliata delle dinamiche che avvengono sul sSole. A livello teorico – conclude Ramelli – si cerca di migliorare sempre più i modelli, mentre con le simulazioni, grazie alla potenza di calcolo degli apparecchi attuali, si riesce a fare sempre di più».