Argo 1, la perizia entro Natale
Definito il timing di massima per gli approfondimenti disposti dal governo sui quattro punti oscuri
Consegnati all’ex pp Marco Bertoli il rapporto del Controllo delle finanze e quello della Vigilanza
Un paio di mesi o poco più. Entro questo lasso di tempo dovrebbe vedere la luce la perizia sugli approfondimenti decisi dal Consiglio di Stato in merito ad alcuni aspetti ancora oscuri legati allo scottante mandato diretto assegnato dal Dipartimento sanità e socialità nel settembre 2014, e rinnovato negli anni successivi in assenza però della risoluzione governativa, alla ditta di sicurezza Argo 1 per la sorveglianza di centri per richiedenti l’asilo. «Verso metà dicembre, comunque prima di Natale, il perito intende presentare il proprio rapporto al Consiglio di Stato», dice, interpellato dalla ‘Regione’, il cancelliere dello Stato Arnoldo Coduri. «La tempistica è questa», conferma il perito, cioè l’avvocato ed ex procuratore pubblico Marco Bertoli. La tempistica è quella, «salvo eventuali ulteriori approfondimenti che dovessi ritenere necessario fare una volta letta la documentazione». E da ieri è a disposizione di Bertoli la documentazione in possesso del governo sul caso Argo 1. Al perito è stato così consegnato il rapporto del Controllo cantonale delle finanze e quello della sottocommissione Vigilanza. Com’era stato spiegato dal presidente dell’Esecutivo Manuele Bertoli nella conferenza di mercoledì scorso, sono in particolare quattro gli interrogativi, in parte sollevati dall’inchiesta giornalistica di ‘Falò’ (Rsi), a cui il perito designato dal Consiglio di Stato dovrà dare una risposta. Il primo è il tipo di offerta presentata a suo tempo dalla ditta al Dss: vi erano in essa “elementi non ortodossi”, per usare le parole del capo del governo? Il secondo punto da chiarire è il mandato ad Argo 1 dopo quattro mesi di prova: i presupposti c’erano tutti per confermare l’incarico? Il terzo quesito verte sui controlli: stando a ‘Falò’ il responsabile operativo dell’agenzia di sicurezza Marco Sansonetti avrebbe saputo in anticipo dei controlli del Dipartimento: le cose stanno così? Perché se stanno così (il controllore che avvisa il controllato) c’è di che preoccuparsi. Il quarto nodo da sciogliere è riferito sia al numero dei dipendenti della Argo 1 all’epoca dei fatti – degli agenti privati indicati dalla ditta al Dss quali erano poi quelli veramente operativi? – sia al numero delle ore fatturate al Cantone. Con una parte degli stipendi versata in nero dall’agenzia al personale, come appurato dal sindacato Unia e accertato dagli investigatori della Cantonale nell’ambito del procedimento penale nei confronti, tra gli altri, di Sansonetti.
Una domanda a Vitta
Mercoledì nella sala stampa c’era il Consiglio di Stato al completo. Tante le domande dei giornalisti. Una però non è stata posta. Ovvero: il direttore del Dipar- timento finanze ed economia Christian Vitta come giudica, dal profilo politico, la mancanza di “senso critico” della Sezione delle finanze nel pagare le fatture legate al mandato Argo 1, rilevata dal Controllo delle finanze nel proprio rapporto (senza riscontrare violazioni formali, va detto). Domanda che gli abbiamo girato ieri. «Abbiamo preso atto e analizzato la raccomandazione fatta dal Controllo cantonale delle finanze», risponde il direttore del Dfe. Dal profilo tecnico il Dipartimento sta preparando una nuova direttiva inerente alle procedure di pagamento. “Un elemento problematico nel caso Argo – aveva detto il presidente Manuele Bertoli in conferenza stampa –, che evidentemente non ha funzionato”. Non ha funzionato il filtro. Questo atteggiamento interno al Dipartimento preoccupa il suo direttore? «Abbiamo preso seriamente la critica espressa dal Ccf e la Sezione sta lavorando per ulteriormente migliorare il flusso di verifica a più livelli all’interno dell’amministrazione cantonale», risponde ancora Vitta. Altro il ministro delle Finanze non aggiunge. Per ora sono tre le indagini su Argo 1 e dintorni. C’è l’inchiesta penale. C’è la procedura disciplinare ai sensi della Lord a carico della funzionaria, alla testa, in seno al Dss, del Servizio richiedenti l’asilo, nonché compagna del presidente del Ppd, in relazione alle due cene offerte alla coppia nell’ottobre 2014 a Bormio da Sansonetti. E ci sono gli approfondimenti disposti dal governo. Ci sarà pure un’inchiesta parlamentare? Sì, no, forse.