Un palazzo, undici domande
Stabile privato per uffici cantonali, ma perché proprio quello? Interpellanza Ghisolfi.
Il sospetto, manco tanto nascosto, è che si sia dato incarico diretto senza aver verificato altre possibilità, magari più economiche. Palese, del resto, il titolo dell’interrogazione, poi trasformata in interpellanza, presentata lo scorso 6 settembre da Nadia Ghisolfi (Ppd): “Cité des Métiers e ricollocamento dell’Istituto di formazione continua: tutto regolare?”. Oggetto del sospetto il progetto che prevede l’ubicazione della futura ‘Città dei Mestieri’ dove troverebbero posto anche l’Istituto di formazione continua e altri uffici dell’amministrazione cantonale; tutti in un palazzo – in fase di costruzione – situato nei paraggi della stazione Ffs di Giubiasco. Costi previsti, 150mila franchi annui per i primi tre anni. Ben undici le domande che la deputata popolare democratica rivolge al governo: tutte tese a comprendere perché si sia scelto proprio quel palazzo e non altri, perché proprio quello che si direbbe «costruito ad hoc per queste attività pubbliche» precisa Ghisolfi, da noi interpellata. Che cosa non le torna Ghisolfi, in questo progetto? «Sono state prese alcune decisioni, come il trasferimento dell’Istituto di formazione continua, che interessano uno stabile privato, costruito su un terreno privato e, pare di capire, realizzato esclusivamente per ospitare uffici pubblici. La mia domanda è semplice: perché si è scelto proprio quello e sulla base di quali criteri? Perché non si è fatto un concorso?». E a proposito della ‘Città dei Mestieri’ – struttura dedicata ai giovani e lanciata da una mozione del 2015 firmata da Nicola Pini (Plr) – la scelta della sede è stata fatta “prima o dopo la costruzione dello stabile?” si legge nell’atto parlamentare. «In effetti mi piacerebbe anche sapere se il Cantone ha già stabilito o meno degli accordi – aggiunge Ghisolfi – e questo perché nulla, a questo proposito, è stato presentato in Gran Consiglio. Magari lo stabile indicato è la sede perfetta, la migliore, ma andava comunque presentata davanti al parlamento». Fra l’altro, precisa la deputata del Ppd, se proprio era necessario tanto spazio tanto valeva costruire in proprio un edificio, «come s’è fatto per gli uffici del Dipartimento del territorio». Un’operazione, conclude Ghisolfi, poco trasparente.