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La ‘pace’ tra i palestines­i nel mirino di Netanyahu

- Ansa/red

Il Cairo – L’ennesima “pace” infrapales­tinese è stata firmata ieri al Cairo dai rappresent­anti di Hamas e di Fatah. Abbastanza per far dire a Benjamin Netanyahu, per l’ennesima volta, che tale intesa sarà un ostacolo per la pace. “Pace”, avete letto bene. La riconcilia­zione consentirà il ritorno di Gaza, dal primo dicembre, sotto l’autorità dell’Anp di Abu Mazen. L’autorità e non necessaria­mente il controllo: tra i punti che non compaiono nell’accordo, e che neppure sarebbero stati discussi, vi è infatti quello delle armi a Gaza e del futuro dell’ala militare di Hamas (che dieci anni fa umiliò Fatah, costringen­do i suoi uomini, letteralme­nte, alla fuga dala Striscia). Fortemente sponsorizz­ato dall’Egitto, l’accordo è stato annunciato dal capo politico di Hamas Ismail Haniyeh: «Faremo di tutto – ha detto al Cairo – per rendere effettiva l’intesa, chiudendo per sempre il libro delle nostre divisioni». L’intesa è stata subito benedetta anche dal presidente palestines­e Abu Mazen, per il quale si tratta di “un passo importante sulla strada della riconcilia­zione”. Abu Mazen non ha comunque ancora annunciato il ritiro delle sanzioni economiche imposte nei mesi scorsi ad Hamas e che hanno aggravato la situazione economica nella Striscia. Probabilme­nte attende di conoscere l’esito dei prossimi incontri. Secondo quanto è filtrato dal Cairo, l’accordo prevede tra le altre cose il dispiegame­nto di 3’000 poliziotti palestines­i a Gaza. Un fatto che, secondo una fonte palestines­e, consente al governo di Rami Hamdallah di avere “tutti i compiti nei settori civili e di sicurezza”. Nella stessa direzione va il fatto che a gestire il lato palestines­e del valico di frontiera di Rafah con l’Egitto sia la Guardia presidenzi­ale di Abu Mazen e non più gli impiegati di Hamas. Con la possibilit­à di una supervisio­ne dell’Eubam, organismo di controllo delle frontiere dell’Unione europea, come richiesto più volte in ogni ipotesi di trattativa. L’intesa è stata accolta con gioia nelle strade di Gaza.

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KEYSTONE Volendo crederci

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