A Mogadiscio la più grave strage somala
Mogadiscio – È di almeno 237 morti e 300 feriti, molti in gravi condizioni, il bilancio della strage forse più grave mai compiuta in Somalia, provocata sabato sera dall’esplosione di due camionbomba nella capitale Mogadiscio. Il numero delle vittime è presumibilmente destinato a salire ancora perché ieri sera molte persone erano ancora sotto le macerie degli edifici colpiti dalla deflagrazione. L’attentato non è stato rivendicato, ma le autorità somale reputano che sia opera delle organizzazioni jihadiste. Il primo camion è stato fatto esplodere davanti al Safari Hotel, vicino al Ministero degli esteri, forse il vero obiettivo degli attentatori, nel quartiere commerciale della capitale. L’automezzo aveva “insospettito” le forze di sicurezza. Il secondo camion bomba è esploso pochi minuti dopo in un’altra strada provocando diverse vittime. “In 10 anni di esperienza nel nostro lavoro è la prima volta che assistiamo a una cosa del genere”, ha scritto in un tweet il centro Aamin Ambulance che assiste i feriti. Il presidente somalo Mohamed Abdullahi Mohamed ha proclamato tre giorni di lutto, mentre gli attentati non sono ancora stati rivendicati, anche se il governo ritiene che siano opera di al-Shabaab, che spesso ha preso di mira zone strategiche nella capitale. La strage avviene tre giorni dopo l’incontro a Mogadiscio tra esponenti del Comando americano in Africa e il presidente somalo. E sempre tre giorni fa si erano dimessi dal governo somalo il ministro della Difesa, Abdirashid Abdullahi Mohamed, e il capo delle forze armate, generale Mohamed Ahmed Jimale. L’inviato speciale dell’Onu, Michael Keating, ha definito la strage un attacco orrendo. «Sono scioccato dal numero di vite umane perdute nelle esplosioni e dal livello di distruzione che hanno causato», ha detto Keating. L’Onu e l’Unione Africana stanno fornendo assistenza logistica, medica e attrezzature al governo somalo, mentre le autorità hanno lanciato un appello alla popolazione per la donazione di sangue.