Via Nassa in crisi, Bertini si appella ai proprietari
Commerci in crisi in via Nassa, Bertini: ‘Sfruttare di più lo sbocco sul Lac’ Appello del vicesindaco ai proprietari di immobili. A corto termine, benefici inferiori ma sul lungo periodo ci guadagneremmo tutti.
Continuano a non tornare i conti dei negozi nella centralissima via Nassa a Lugano. La situazione è simile in altre città svizzere ed estere. Dopo la posizione del segretario dell’associazione Mario Tamborini (cfr. ‘laRegione’ del 29 settembre), parla il vicesindaco di Lugano Michele Bertini che lancia un appello ai proprietari di immobili: «Legate le pigioni alle cifre d’affari». Non solo. «Si potrebbe forse anche sfruttare meglio lo sbocco sul Lac che attira tanta gente anche in settimana e potrebbe favorire nuove attività». Ma, prosegue Bertini, «occorre prendere atto che, volenti o nolenti, non c’è più quella ricchezza diffusa e quella forza che permetteva alla clientela (soprattutto italiana o estera) di spendere tanti soldi in contanti nei negozi di lusso». In altre parole, non torneranno più gli splendori di un tempo che erano in particolare legati alla tipologia di piazza finanziaria luganese. «Dobbiamo farcene una ragione, prima lo comprendiamo tutti, meglio è. Avremmo peraltro dovuto già comprenderlo qualche anno fa – osserva il vicesindaco di Lugano –. In ogni caso, i cambiamenti globali intervenuti hanno poco a che fare con le autorità locali. Ma quando vediamo commercianti chiudere perché hanno costi fissi troppo elevati, come la pigione, si impone una riflessione collettiva. Ritengo che oggi i negozianti non possano sopportare costi di locazione in uso vent’anni fa quando la piazza finanziaria assicurava proventi e ricchezza diffusa». Alla luce di questa consapevolezza della nuova situazione che ha visto la crescita esponenziale di acquisti online, come potrebbe intervenire la politica? «La politica non dovrebbe mettere il naso negli affari dei privati dettando gli affitti – risponde Bertini –. Possiamo solo cercare di far capire il nuovo contesto e agire sulle condizioni quadro (con eventi di qualità, cura della città, promozione turistica). Bisogna rendersi conto che se non si trovano più inquilini, a lungo termine ci sarà un danno economico. E se via Nassa e il centro città muoiono, alla fine perdono valore anche gli immobili». Quindi? «Si potrebbero valutare nuove forme di commercio e come detto, provare a ragionare su pigioni legate alle cifre d’affari conseguite dal negozio. Capisco che nel corto termine il beneficio è inferiore ma nel lungo termine ci guadagniamo tutti. Ci dev’essere una presa di coscienza generalizzata, politica in primis ma anche commercianti e proprietari. E forse occorre ricalibrare l’offerta dal lusso a commerci di altro tipo capaci di portare nuova linfa perché oggi la sfida è riuscire a portare gente, anche grazie alla ristorazione».