Secondo il Sev è un ‘autogol’. L’Ata: i bus danneggiano l’ambiente
Non piace a tutti la proposta del Consiglio federale di sviluppare il traffico dei bus a lunga percorrenza. Secondo l’Associazione traffico e ambiente (Ata) questi ultimi danneggiano l’ambiente, mentre per il sindacato del personale dei trasporti (Sev) si tratta chiaramente di un ‘autogol’. L’Ata chiede al governo di “non mettere in pericolo l’ottimo sistema di trasporti pubblici in Svizzera con una liberalizzazione troppo frettolosa”. L’associazione sottolinea che questo progetto potrebbe minare i progressi fatti nella
protezione dell’ambiente e anche gli investimenti, pagati dai contribuenti, nella ferrovia. Concretamente, rileva un comunicato diramato ieri, gli “autobus emettono circa dieci volte più Co2 rispetto alla ferrovia” e contribuiscono anche a congestionare la rete stradale. Inoltre “il Consiglio federale deve mantenere le proprie promesse”, evitando di realizzare “inutili doppie strutture” sulle tratte ferroviarie più redditizie: “non può essere che lo Stato sovvenzioni iniziative private con la costruzione di terminali
per gli autobus e metta in pericolo i propri investimenti nella ferrovia”. Inoltre il Sev giudica in modo ancora più severo la proposta da parte del governo di valutare un’eventuale apertura del traffico dei passeggeri su rotaia all concorrenza transfrontaliera. La Confederazione metterebbe in tal modo in “pericolo l’attuale sistema” di trasporti pubblici che gode di un’ottima reputazione a livello internazionale, ha sottolineato ieri il presidente del Sev Giorgio Tuti. Il Sev ritiene poi che i bus a lunga percorrenza
siano una “concorrenza sleale per la ferrovia, perché non partecipano ai costi dell’infrastruttura”. Per Tuti è anche di “fondamentale importanza che le condizioni salariali e sociali del personale corrispondano alle condizioni in vigore nel traffico a lunga percorrenza su rotaia”. Entrambe le organizzazioni vedono per contro di buon occhio l’integrazione delle autolinee nell’attuale sistema di trasporti pubblici, ammettendo la validità degli abbonamenti generali o a metà prezzo.