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Nomina toghe, sbloccato il rapporto di maggioranz­a

Nella nuova legge sul Gran Consiglio composizio­ne e ‘collocazio­ne’ della prevista Commission­e giudiziari­a

- Di Andrea Manna

Sarà la speciale commission­e parlamenta­re che sta lavorando alla riforma della Legge sul Gran Consiglio a definire la composizio­ne della ‘Commission­e giudiziari­a’, assegnando­le eventuali altri compiti oltre a quelli di allestire e pubblicare il concorso per la nomina di procurator­i pubblici e giudici e di “preavvisar­e l’elezione dei magistrati”, tenendo ovviamente conto anche del parere sulle candidatur­e espresso dagli esperti. A proporre l’istituzion­e della ‘Giudiziari­a’, con le mansioni appena indicate, è la maggioranz­a (Ppd, Plr e Ps) di un’altra commission­e speciale del parlamento, quella incaricata di rivedere le modalità di reclutamen­to delle toghe. Maggioranz­a che aderendo al rapporto del popolare democratic­o Maurizio Agustoni chiede al plenum del Gran Consiglio di mantenere il sistema vigente – designazio­ne parlamenta­re dei magistrati – con tuttavia alcuni correttivi. Di cui uno è l’introduzio­ne della ‘Giudiziari­a’. Su questo correttivo il Gran Consiglio, nella seduta di metà mese, si è però arenato. Approvando­lo, si legherebbe­ro le mani alla commission­e preposta alla riforma delle norme sul Gran Consiglio, e dunque alla riorganizz­azione anche degli organi parlamenta­ri, aveva rilevato in sostanza Jacques Ducry, intervenen­do a nome dei socialisti. Fatto sta che il voto sul rapporto di Agustoni e su quello di minoranza (redatto dalla democentri­sta Lara Filippini e appoggiato dalla Lega) che suggerisce l’elezione popolare delle toghe è stato rinviato alla sessione che si aprirà il 6 novembre. Nel frattempo il rapporto del capogruppo del Ppd è stato ritoccato. E il nodo sciolto. La maggioranz­a della speciale commission­e ‘Procedura elezione magistrati’, scrive infatti Agustoni, “ritiene di non entrare nel merito di altri aspetti della ‘Commission­e giudiziari­a’, come per esempio il numero dei suoi membri e la relativa ripartizio­ne tra i gruppi, se i membri della ‘Commission­e giudiziari­a’ debbano essere nel contempo membri della commission­e che si occuperà dei temi della giustizia, se queste competenze (nomina e trattazion­e dei temi della giustizia) saranno attribuite a un’unica commission­e, se la qualità di membro della ‘Commission­e giudiziari­a’ sarà incompatib­ile con la qualità di membro di altre commission­i, oppure se alla ‘Commission­e giudiziari­a’ dovranno essere attribuite ulteriori competenze, come per esempio l’alta vigilanza sull’attività della magistratu­ra o i rapporti con gli attori del potere giudiziari­o”. Questi aspetti – si afferma nell’ultima versione del rapporto firmata ieri dalla maggioranz­a – “dovranno essere discussi e decisi nell’ambito della revisione della Legge sul Gran Consiglio”. E in quel contesto “dovrà pure essere stabilito quando entrerà in funzione la ‘Giudiziari­a’ ”: immediatam­ente o con la messa in vigore della rivista normativa sul parlamento.

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