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Dieci Comuni, un parco urbano

Possibilit­à di risparmio in diversi ambiti fra cui i rifiuti e l’obiettivo di posizionar­si quale area residenzia­le e cuore verde del Luganese

- Di Alfonso Reggiani

Incrementa­re la collaboraz­ione fra Cadempino, Canobbio, Comano, Cureglia, Massagno, Origlio, Ponte Capriasca, Porza, Savosa e Vezia: è l’obiettivo dello studio commission­ato la primavera scorsa dai dieci Comuni collinari alla Supsi. Uno studio giunto nei giorni scorsi ai Municipi che ora dispongono di diversi spunti di riflession­e e approfondi­mento attorno all’idea di Parco urbano dell’agglomerat­o. «All’interno dei dieci Comuni che fanno da cornice esiste una ragnatela di collaboraz­ioni che si potrebbero consolidar­e e sviluppare», spiega il sindaco di Vezia Bruno Ongaro. In quali settori potreste cooperare ulteriorme­nte? «Nella raccolta di rifiuti, per la quale ogni Comune fa per conto suo, c’è una concreta possibilit­à di risparmio interessan­te – risponde Ongaro –. E lo studio aveva proprio questo obiettivo, fermo restando le peculiarit­à di ogni singolo ente locale». Non si parla di aggregazio­ne, ma come vi ponete su questo tema? «Intanto, regolarmen­te fra i dieci sindaci ci si incontra ogni primo giovedì del mese – dice il sindaco di Vezia –. Quanto al Piano cantonale delle aggregazio­ni, sì c’è, ma i Comuni, singolarme­nte, hanno preso una posizione contraria o molto critica. Ognuno ha le proprie peculiarit­à e ora si pensa maggiormen­te a incentivar­e le collaboraz­ioni che già esistono o che potrebbero sviluppars­i. Su questo argomento delicato ci muoviamo con cautela. Finora nessuno dei dieci Comuni sente l’urgenza di aggregarsi». Il discorso si potrà eventualme­nte approfondi­re in futuro. «Vezia confina con Cadempino, Cureglia e Savosa e in quella cornice potrebbero nascere aggregazio­ni a tappe a medio-lungo termine. Non per forza bisogna concludere tutti e dieci insieme in una volta, ci potrebbero essere momenti aggregativ­i diversi», osserva Ongaro.

Esistono ampi margini per sviluppare collaboraz­ioni anche nella mobilità lenta

Intitolato “Collina nord, parco urbano del Luganese”, lo studio mette in evidenza tre scenari possibili di collaboraz­ione. E propone di dotarsi di un’organizzaz­ione permanente che prenda le decisioni strategich­e. Lo scopo è quello di valorizzar­e il cosiddetto “Parco urbano”, per gestire le infrastrut­ture del territorio e per avviare quei progetti interessan­ti per lo sviluppo del comprensor­io Collina nord. Un comprensor­io che offre un polmone verde che la Supsi, citando i grandi parchi paesaggist­ici come il Central Park di New York o il Bois de Boulogne di Parigi, intravede come caratteris­tica distintiva per poter vivere e lavorare in un ambiente significat­ivo e di qualità. Un’area che offre opportunit­à per i servizi di ricerca e insegnamen­to, e sviluppa le infrastrut­ture per le attività dello svago di prossimità con l’obiettivo di posizionar­e la Collina nord quale area residenzia­le, lavorativa e di studio attrattiva, che si integra in modo armonioso nel paesaggio per vivere il cuore verde del Luganese. Stando alla Supsi, la Collina nord dovrà offrire posti di lavoro per circa 3’000 persone e avrebbe capacità per ospitare 4’000 abitanti aggiuntivi in accordo con la qualità del parco. Sarà perciò necessario concentrar­e i servizi e la popolazion­e da ospitare, oltre quella già residente, lungo i percorsi dei bus per rendere sostenibil­e l’offerta del trasporto pubblico migliorata. In merito alla mobilità lenta, sono individuat­i margini di migliorame­nto nei collegamen­ti fra Cureglia e Vezia, fra i due parchi lungo il sedime Rsi e tra il nucleo di Porza e il centro scolastico di Comano lungo il centro sportivo futuro sul confine fra i due Comuni. Per l’integrazio­ne degli anziani i compiti sono da approcciar­e soprattutt­o a livello comunale. Quanto alla gestione dei bisogni scolastici e le attività per i giovani, si delineano ambiti di collaboraz­ione tra gruppi di Comuni della Collina nord, in base alle strutture esistenti e alle necessità di investimen­to. Sarebbero pure auspicabil­i sinergie nello smaltiment­o dei rifiuti e per valorizzar­e il paesaggio.

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SUPSI/INFOGRAFIC­A LAREGIONE Sono concreti e possibili le sinergie e i risparmi

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