Lafferty tra gol e dipendenza
Marco Degennaro descrive le caratteristiche del nordirlandese (ex Sion) a pochi giorni dalla sfida playoff con la Svizzera
“Fuggito” nel 2012 dalle tensioni, anche interreligiose, dell’Old Firm (il derby di Glasgow tra i cattolici Celtic e i protestanti Rangers), alcune settimane fa in un’intervista rilasciata alla Bbc Kyle Lafferty, attaccante della nazionale nordirlandese che la Svizzera si appresta ad affrontare nello spareggio per Russia 2018, ha pubblicamente ammesso la sua dipendenza dal gioco e dalle scommesse... «Ai tempi in cui militavo nei Rangers – ha affermato l’attuale attaccante degli Hearts of Midlothian – dopo l’allenamento non avevo di meglio da fare che andare a scommettere, nelle ricevitorie o online. Scommettere sul calcio era vietato, per cui ho iniziato a farlo sui cavalli. Non capivo nulla di ippica e a volte sceglievo soltanto in base al nome dell’animale. Ho puntato denaro su tutto, dai cavalli ai cani, ai giochi online». Nel 2016, ai tempi del Norwich decise di scommettere su una partita della Liga e per questo fu condannato a una multa di 23’000 sterline... «Ho temuto di perdere gli Europei, ma con il giudice sono stato molto onesto e questo mi ha probabilmente evitato la squalifica (in Francia ha disputato 31’ contro la Germania e 90’ contro il Galles, ndr). Ora sono pronto ad ammettere la mia dipendenza. Avrei potuto farmi aiutare in privato, ma ho deciso di renderla pubblica per poter essere da esempio per altri calciatori nella mia stessa situazione». Nella sua lotta contro il demone del gioco, il 30enne di Enniskillen ha trovato l’appoggio di Michael O’Neill, tecnico della Nazionale, il quale nelle qualificazioni lo ha mandato in campo dieci volte (tre da titolare) per un totale di 341’ (ripagati con tre gol). Chi conosce bene l’attaccante nordirlandese è Marco Degennaro, il quale nel 2012 lo portò al
Tourbillon... «Eravamo andati a Glasgow per visionare un altro giocatore, ma le caratteristiche di Lafferty erano subito balzate all’occhio. Purtroppo, a quei tempi il suo valore era per noi improponibile, ma quando i Rangers fallirono dissi a Constantin che avremmo dovuto provare a portarlo a Sion. Il presidente lo conosceva e mi diede via libera». L’arrivo di Lafferty fu facilitato dal desiderio del giocatore di lasciare Glasgow dopo essere stato preso di mira dai tifosi al termine di un derby (gli fracassarono il finestrino della Bentley mentre stava facendo benzina). E nell’ambito
di un Old Firm molto profilato dal punto di vista religioso, il fatto di aver sposato una cattolica (ex miss Scozia, dalla quale si è nel frattempo separato) non gli aveva certo facilitato le cose.
Temperamento irlandese
Che giocatore si troveranno davanti i centrali elvetici? «Un ragazzo che rispecchia lo spirito della Nazionale di Belfast. È un lottatore, un giocatore che non si arrende mai, uno che dà il 120%. Insomma, racchiude tutte le caratteristiche della squadra irlandese.
Ha fisico (193 cm), tecnica, forza, è bravo di testa, è un giocatre completo. La Svizzera sulla carta è piu forte, le insidie risiedono in questo temperamento, nella voglia di lottare e di non essere mai domi tipica del calcio britannico e di Lafferty». Nelle 25 partite al Tourbillon, Lafferty ha segnato 5 volte (più tre reti in tre partite di Coppa Svizzera)... «Eravamo rimasti soddisfatti del suo rendimento. Se mi lamentassi sarei ingiusto, lo avevamo preso a parametro zero e rivenduto otto mesi dopo per 2,5 milioni al Palermo...». Il cui presidente, Maurizio Zamparini, lo aveva però etichettato come “ingestibile e donnaiolo”... «Da noi aveva avuto un impatto estremamente positivo. È un ragazzo molto simpatico e alla mano, per cui si era inserito con facilità nello spogliatoio. Il suo comportamento era stato irreprensibile». La sua dipendenza dal gioco non era balzata all’occhio della società... «Al giorno d’oggi per scommettere basta un telefonino e una connessione internet, non c’è bisogno di esporsi in prima persona nelle ricevitorie o nei locali. Non avevamo mai avuto sentore della sua dipendenza».