Pecunia Olet, Galeazzi si chiama fuori
«Il mio cliente si è spontaneamente presentato al magistrato inquirente Davide Palmieri per rispetto dell’autorità giudiziaria e per fornire tutte le spiegazioni agli addebiti contestati. All’interrogatorio, oltre al pubblico ministero, erano presenti due investigatori che hanno condotto l’indagine. Abbiamo consegnato anche una memoria difensiva. Riteniamo, quindi, di aver fornito elementi per giungere all’archiviazione della posizione di Tiziano Galeazzi». Sono parole dell’avvocato Davide Giudici del foro di Como, avvocato italiano del consigliere comunale Udc di Lugano, indagato nell’ambito dell’inchiesta “Pecunia Olet” avviata nel dicembre dell’anno scorso. Un’inchiesta scattata nei confronti di Isabella Sirani residente in Ticino, dei suoi genitori e di un suo fratello, inchiesta che riguarda anche il fiduciario locarnese Roger Maibach. Anch’essi hanno affidato a memorie difensive il chiarimento della loro posizione, ma a differenza di Galeazzi hanno chiesto di poter accedere al rito abbreviato nella speranza di rimanere nei limiti di un’eventuale pena con la sospensione condizionale e così evitare la detenzione in carcere. Per tutti, l’indagine riguarda presunte sottrazioni di denaro proveniente da una serie di altri reati, tutti di natura fiscale. Per quanto è dato sapere Galeazzi, nel corso dell’interrogatorio avvenuto un paio di settimane fa a Bergamo, ha ribadito quanto in più occasioni aveva già pubblicamente dichiarato: all’epoca dei fatti era alle dipendenze di alcuni istituti di credito della piazza luganese e seguiva esattamente le regole richieste dalle stesse banche secondo le norme e leggi bancarie svizzere del periodo in questione. Ricordiamo che le contestazioni degli inquirenti italiani riguardano fatti avvenuti in un lasso di tempo che va dal 2002 al 2011, quando in Svizzera era in ancora in vigore il segreto bancario. Ricordiamo inoltre che l’agire professionale del consigliere comunale Udc non è mai stato oggetto di accuse da parte della Procura federale, tantomeno del Ministero pubblico ticinese. Inutile dire che il diretto interessato ribadisce la propria estraneità rispetto alle contestazioni mossegli dall’Italia. Il pubblico ministero bergamasco Davide Palmieri sembra intenzionato a chiudere l’inchiesta entro la fine di quest’anno.