Anticipiamo e potenziamo l’insegnamento del tedesco! Ja, bitte!
“In Svizzera senza il tedesco non si va da nessuna parte”, queste sono state le parole del nostro Consigliere federale Ignazio Cassis all’ultima assemblea ordinaria dei Giovani Liberali Radicali Ticinesi. In veste di studentessa di scienze politiche presso l’Università di Berna, non posso che dare ragione all’On. Consigliere Federale e ministro degli Affari esteri. Ammetto che se non aves- si passato i primi anni di vita nel Canton Grigioni, a Ilanz, dove ho fatto la scuola dell’infanzia e tre anni di scuola elementare, oggi come oggi, non sarei nella posizione di poter concorrere per la metà degli stage offerti dalla Confederazione. Sono dunque dell’opinione che un anticipo della lingua tedesca permetterebbe sicuramente a noi giovani ticinesi di integraci meglio oltre Gottardo, e amplierebbe di certo le nostre possibilità lavorative. Ricordiamoci, inoltre, che sono sempre di più le aziende che intrattengono rapporti con le aziende della Svizzera interna e della Germania, e un Consiglio di Stato che boccia una mozione che mira a potenziare l’insegnamento del tedesco si dimostra, ahimè, in effetti lontano dalla realtà e dai bisogni dei giovani. Lo stesso Consiglio federale “riconosce anche il plurilinguismo come fattore chiave, atto a facilitare le nostre relazioni commerciali e culturali, offrire prospettive professionali e aumentare le opportunità sul mercato del lavoro”. L’ufficio federale di statistica riporta inoltre che tra i 4 e i 4,5 milioni di persone parlano svizzero tedesco o tedesco sul posto di lavoro (circa il 63% sul totale dei posti di lavoro), il 18,5% parla francese, l’11,5% inglese e solo il 5,5% parla italiano. Mentre in Ticino sono 34’461 le persone che parlano tedesco o svizzero tedesco sul posto di lavoro su un totale di 157’683 persone occupate (circa 21,8%). È dunque, a mio avviso, più che opportuno anticipare l’insegnamento della lingua tedesca nelle scuole d’obbligo. La lingua, come è già stato osservato, va quindi considerata importante in quanto descrive l’appartenenza ad un gruppo culturale, garantendo così coesione nazionale, permettendo al singolo di integrarsi maggiormente e far capo a delle esperienze personali e professionali. Un anticipo dello studio del tedesco permetterebbe anche ai ragazzi di crescere con una “mente bilingue” e molti studi concordano nel sostenere che l’apprendimento di due lingue nella prima infanzia migliori una serie di abilità cognitive. Questa, a mio parere, è in effetti una battaglia che va oltre gli schieramenti politici ed è importante che noi giovani sosteniamo la mozione depositata dai deputati Gianella e Käppeli per l’anticipo e il potenziamento dell’insegnamento del tedesco nelle scuole dell’obbligo affinché il Parlamento accolga la mozione e le nostre scuole possano consentire ai residenti maggiori competenze.