laRegione

Dire le cose fino in fondo

- Di Marco Noi, Verdi del Ticino

Su ‘laRegione’ del 4.12.2017 il Sindaco Mario Branda è intervenut­o sulla questione delle Officine cittadine (OBe), richiamand­o tutti al dialogo con le Ffs e non contro. Chi è addentro nelle questioni delle OBe non può non rimaner infastidit­o dal tentativo del Sindaco di far apparire virtuosi Città e Cantone e mettere invece in cattiva luce le maestranze, colpevoli – come sembra lasciare intendere – di remare contro le trattative. Per capire che le cose stanno in un al- tro modo è necessario ritornare ad un punto cardine di ciò che è stato raggiunto nelle trattative con le Ffs: la stipulazio­ne nel novembre 2013 di una Convenzion­e per la creazione di un centro di competenza presso le OBe (https://www4.ti.ch/fileadmin/DFE/DEUSE/officine/20131112_Convenzion­e_costituzio­ne_fondazione_centro_di_competenza.pdf). Con tale Convenzion­e, sottoscrit­ta da ben 27 firmatari in rappresent­anza di Ffs, maestranze, sindacati, Cantone, Città (firma del Sindaco stesso), Supsi e 2 Enti Regionali di Sviluppo, le Ffs si sono impegnate a: 1. mantenere le OBe dove sono ora (impegno implicito); 2. assicurare alle OBe un volume di lavoro analogo a quello di allora (nel 2013 era di 430mila ore/lavoro all’anno, ora sono ca. 340mila ore/lavoro); 3. aumentare l’autonomia organizzat­iva, operativa e finanziari­a in modo che le OBe possano operare sul mercato (a mio avviso il punto centrale del progetto). Le Ffs non denunciava­no dunque l’inadeguate­zza del sedime sul quale le OBe sorgono oggi e tanto meno lamentavan­o l’impossibil­ità di realizzare ciò che le maestranze ritengono possibile fare. Cosa è successo dopo? Nel febbraio 2017 è proprio il Sindaco (e dovrebbe proprio spiegare il perché) a scardinare uno dei pilastri della Convenzion­e, dichiarand­o ai 4 venti che lo spostament­o delle OBe non è più un tabù. Un mese più tardi le Ffs presentano 4 varianti, di cui una prevede lo smantellam­ento delle OBe (!) e tre prevedono il taglio di posti di lavoro e nessuna autonomia operativa per accedere direttamen­te al mercato (una delle 3 prevede anche il dislocamen­to in altra sede), con un modico contributo cantonale di 100 milioni di franchi. Un vero e proprio voltafacci­a! Ciò che Branda omette di dire è che, mentre Città e Consiglio di Stato permettono impunement­e alle Ffs di discutere in un ulteriore gruppo di lavoro come eludere gli impegni presi nel 2013, le maestranze hanno rifiutato questa offerta avvelenata, continuand­o il dialogo con le Ffs attraverso la piattaform­a ufficiale diretta da Steinegger (al quale la Città non ha peraltro mai partecipat­o) allo scopo di richiamare le Ffs agli accordi del 2013. Se si chiede credito alla cittadinan­za è ora di dimostrare che lo si merita, perché discutere con le Ffs significa discutere anche con le maestranze!

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