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‘Errori nostri, ma non solo… Finché c’è speranza lotteremo’

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È con una lettera aperta che il presidente Nicora ha confermato la sentenza di fallimento nei confronti della Sa dell’Fc Locarno emessa dalla Pretura di Locarno. Uno scritto di cui vi riportiamo alcuni passaggi e nel quale il numero uno delle bianche casacche oltre a illustrare la situazione attuale del club – in totale i debiti ammontereb­bero a circa 480’000 franchi, dei quali 150’000 reclamati dall’Avs e che sarebbero all’origine della decisione del Pretore di Locarno – attacca la gestione Gilardi, da cui aveva rilevato la società nel 2014. “Il Pretore di Locarno ha emesso la sentenza di fallimento nei confronti del Fc Locarno Sa e non nei confronti dell’Associazio­ne Fc Locarno, che si occupa del settore giovanile – sottolinea Nicora –. Va altresì detto che tutti i giocatori hanno ricevuto, chi gli stipendi, chi i rimborsi, fino alla fine del girone di andata. Le informazio­ni di circa 900’000 franchi di debiti sono erronee (...). La grande fetta riguarda gli oneri sociali e la cifra stimata ammonta a ca 480’000”. Nicora passa poi a parlare “degli atti messi in moto dalla vecchia dirigenza e nello specifico dall’ex direttore sportivo e avvocato (Gabriele Gilardi, ndr), con l’obiettivo di non pagare i famosi 2’000’000 (cifra che come ha stabilito il Tas la società locarnese deve al club argentino del Cerro Porteno per il trasferime­nto, nel 2008, di due giocatori, ndr), che nel frattempo con gli interessi ha raggiunto la bellezza di 2’500’000. Detto importo andava iscritto nella contabilit­à ma al 30.06.2014, giorno del trapasso (di società, ndr), nessuno sapeva niente e noi abbiamo firmato (...). Nel frattempo siamo diventati “amici” con gli avvocati del Cerro Porteno e stiamo facendo i passi per il recupero del credito”. Nicora, riferendos­i sempre a Gilardi, parla anche di “sponsor persi per ritorsioni, fornitori minacciati e membri di comitato obbligati e dimissiona­re (...). Questa è la situazione in cui ci dibattiamo (...) senza dimenticar­e i nostri errori e la troppa fiducia in certe persone”, prima di chiudere con un grido un po’ di battaglia, un po’ di disperazio­ne, che anticipa il ricorso preannunci­ato dallo stesso presidente... “Finché ci sarà una sola speranza, lotteremo per salvare la situazione”.

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TI-PRESS/GIANINAZZI Il presidente

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