Aiuto (presunto) ai Fratelli musulmani
«Nomi già noti con inchieste che hanno dato esito negativo. È noto che la Svizzera e il Ticino non sono esenti da attività di finanziamento di organizzazioni di vario genere ma il compito di sorveglianza esula dall’attività dell’autorità cantonale». Parole del titolare dei Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi in merito a un ampio servizio pubblicato da ‘Le Temps’, secondo cui, fino al 2001 il Ticino e la località di Campione d’Italia sarebbero serviti da base ai Fratelli musulmani. Di più. Il quotidiano romando scrive anche che qualche traccia sarebbe rimasta a Lugano e, precisamente, presso la società Lord Energy Sa che, fra l’altro, commercia materie prime sui mercati energetici. Le informazioni diffuse sono riconducibili a un’indagine che i Servizi segreti svizzeri stanno svolgendo su presunte reti islamiche presenti in Svizzera. Non c’è però nessuna conferma né da parte del Ministero pubblico della Confederazione (Mpc) né dalla Procura federale di Lugano, interpellate ieri da ‘laRegione’. Dal servizio di ‘Le Temps’ si apprende inoltre che due importanti rappresentanti di una Ong e del Consiglio internazionale islamico a Berna sarebbero nella lista di (sempre presunti) sostenitori del terrorismo e/o dei Fratelli musulmani. Una lista stilata dall’Arabia Saudita consegnata al Qatar, Paese accusato dalla stessa di dar sostegno a gruppi terroristici. Sull’intera faccenda il Sic (Servizio delle attività informative della Confederazione), finora, ha peraltro preferito non esprimersi. Il quotidiano romando traccia un quadro dei collegamenti oggetto di indagini da parte dei servizi segreti svizzeri. E, in coda all’ampio articolo, tira di nuovo in ballo un nome noto alle nostre latitudini, quello di Youssef Nada, fondatore della società finanziaria di Lugano al-Taqwa, messo sotto inchiesta per anni dall’Mpc per presunti legami con organizzazioni terroristiche e poi prosciolto e indennizzato. ‘Le Temps’ evoca il presunto coinvolgimento di persone legate o vicine a Youssef Nada “considerati come uomini d’affari legati ai Fratelli musulmani”. Uno di questi, un cittadino di nazionalità italiana definito dal quotidiano romando direttore della Lord Energy Sa (mentre a registro di commercio del Cantone risulta presidente) ha negato qualsiasi collegamento diretto e indiretto con i Fratelli musulmani.