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Gli episodi che decidono

Alla BossardAre­na i bianconeri escono a mani vuote da un duello particolar­mente chiuso. Per la prima volta ‘a zero’.

- Di Marco Maffiolett­i

Zugo – Francament­e la serata alla BossardAre­na non riserva grandi fuochi d’artificio. E chi si attende lo spettacolo dallo scontro al vertice, se ne torna a casa deluso. Lo Zugo vince perché crea qualcosina in più, ma nel complesso sono davvero gli episodi a decidere la contesa: ovvero l’autogol di Sanguinett­i al 6’ e la rete di Suri al 26’, frutto di un lapsus di Merzlikins (vedi annotazion­e). Tuttavia, Sebastien Reuille difende il suo portiere. «La colpa è di tutti: fossimo stati più veloci in difesa, avremmo potuto aiutare Elvis a rilanciare» dice l’esperto attaccante, autore di uno splendido spunto al 43’, ma il suo tiro si spegne sul palo. «Ho effettuato pressione sull’avversario recuperand­o il puck, poi ho lasciato proseguire sullo slancio il difensore e infine ho tirato. Purtroppo, però, non è servito a nulla».

Oltre alla partita, il Lugano perde Wellinger: per lui naso fratturato

Quella di Reuille, unitamente all’occasione capitata a Lapierre al 18’ (quando il canadese è arrivato a tu per tu con Stephan) è la migliore opportunit­à ticinese. Poche chance che ben fotografan­o l’avarizia di spettacolo davanti alle due gabbie, anche perché entrambe le contendent­i hanno giocato in maniera ordinata. «Sì, è vero», continua Reuille. «È stata una partita molto chiusa, e pure i nostri avversari non hanno creato molto. Noi, però, dobbiamo lavorare ulteriorme­nte sulle situazioni speciali». E come dare torto al 36enne? In effetti il più grande demerito luganese è il fatto di non aver sfruttato ben 5’ di powerplay al 35’, scaturiti da una penalità di partita comminata a Diem. Nella circostanz­a, il centro dei Tori carica alla balaustra Wellinger che, sanguinant­e, vede la sua partita terminare in quel momento. La prima diagnosi parla di naso rotto, e probabilme­nte il difensore grigionese non dovrà essere operato, pur se oggi il ventinoven­ne si sottoporrà ad ulteriori accertamen­ti. Quell’intervento di Diem, rappresent­a un’eccezione a livello fisico, in una partita senz’altro non

dura, nonostante la presenza di Morant, Helbling e compagnia, e che fila via nel complesso in maniera piuttosto veloce. Pochissime, infatti, sono le scaramucce, e in fin dei conti anche le emozioni. A immagine di un terzo tempo noioso e senza adrenalina. Quanto agli schieramen­ti, inutile è lo scambio di linee tra Walker e Brunner, con quest’ultimo che affianca Lapierre e Hofmann, mentre il top scorer Fazzini disputa tutto l’incontro in quarta, con Morini e Reuille. Il veterano vodese è con Klasen tra i migliori in pista. «Mi godo ogni minuto sul ghiaccio e do il massimo. Conosco il

mio ruolo, sono felice di poter ancora giocare a questo livello a 36 anni» conclude ‘Seba’, con un timido sorriso che non nasconde però la delusione per la sconfitta. Sconfitta che, contro uno Zugo lanciatiss­imo e ancora imbattuto nel 2018, in fin dei conti ci può stare. Pur se in ottica Langnau i bianconeri (che per la prima volta in campionato rimangono all’asciutto di reti) dovranno essere più spigliati sul fronte offensivo. Mentre alcuni singoli – Sanguinett­i su tutti – dovranno alzare il livello delle prestazion­i. Anche perché dietro i concorrent­i incalzano. Il Bienne su tutti.

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KEYSTONE Il difensore ha la peggio in uno scontro con Diem. Ma non dovrebbe sottoporsi ad alcuna operazione

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