Gli episodi che decidono
Alla BossardArena i bianconeri escono a mani vuote da un duello particolarmente chiuso. Per la prima volta ‘a zero’.
Zugo – Francamente la serata alla BossardArena non riserva grandi fuochi d’artificio. E chi si attende lo spettacolo dallo scontro al vertice, se ne torna a casa deluso. Lo Zugo vince perché crea qualcosina in più, ma nel complesso sono davvero gli episodi a decidere la contesa: ovvero l’autogol di Sanguinetti al 6’ e la rete di Suri al 26’, frutto di un lapsus di Merzlikins (vedi annotazione). Tuttavia, Sebastien Reuille difende il suo portiere. «La colpa è di tutti: fossimo stati più veloci in difesa, avremmo potuto aiutare Elvis a rilanciare» dice l’esperto attaccante, autore di uno splendido spunto al 43’, ma il suo tiro si spegne sul palo. «Ho effettuato pressione sull’avversario recuperando il puck, poi ho lasciato proseguire sullo slancio il difensore e infine ho tirato. Purtroppo, però, non è servito a nulla».
Oltre alla partita, il Lugano perde Wellinger: per lui naso fratturato
Quella di Reuille, unitamente all’occasione capitata a Lapierre al 18’ (quando il canadese è arrivato a tu per tu con Stephan) è la migliore opportunità ticinese. Poche chance che ben fotografano l’avarizia di spettacolo davanti alle due gabbie, anche perché entrambe le contendenti hanno giocato in maniera ordinata. «Sì, è vero», continua Reuille. «È stata una partita molto chiusa, e pure i nostri avversari non hanno creato molto. Noi, però, dobbiamo lavorare ulteriormente sulle situazioni speciali». E come dare torto al 36enne? In effetti il più grande demerito luganese è il fatto di non aver sfruttato ben 5’ di powerplay al 35’, scaturiti da una penalità di partita comminata a Diem. Nella circostanza, il centro dei Tori carica alla balaustra Wellinger che, sanguinante, vede la sua partita terminare in quel momento. La prima diagnosi parla di naso rotto, e probabilmente il difensore grigionese non dovrà essere operato, pur se oggi il ventinovenne si sottoporrà ad ulteriori accertamenti. Quell’intervento di Diem, rappresenta un’eccezione a livello fisico, in una partita senz’altro non
dura, nonostante la presenza di Morant, Helbling e compagnia, e che fila via nel complesso in maniera piuttosto veloce. Pochissime, infatti, sono le scaramucce, e in fin dei conti anche le emozioni. A immagine di un terzo tempo noioso e senza adrenalina. Quanto agli schieramenti, inutile è lo scambio di linee tra Walker e Brunner, con quest’ultimo che affianca Lapierre e Hofmann, mentre il top scorer Fazzini disputa tutto l’incontro in quarta, con Morini e Reuille. Il veterano vodese è con Klasen tra i migliori in pista. «Mi godo ogni minuto sul ghiaccio e do il massimo. Conosco il
mio ruolo, sono felice di poter ancora giocare a questo livello a 36 anni» conclude ‘Seba’, con un timido sorriso che non nasconde però la delusione per la sconfitta. Sconfitta che, contro uno Zugo lanciatissimo e ancora imbattuto nel 2018, in fin dei conti ci può stare. Pur se in ottica Langnau i bianconeri (che per la prima volta in campionato rimangono all’asciutto di reti) dovranno essere più spigliati sul fronte offensivo. Mentre alcuni singoli – Sanguinetti su tutti – dovranno alzare il livello delle prestazioni. Anche perché dietro i concorrenti incalzano. Il Bienne su tutti.