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L’Ue agli Usa: rispettate l’intesa

Pressing europeo a difesa dell’accordo sul nucleare con l’Iran. Attesa oggi la decisione di Trump

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Il ministro degli Esteri iraniano a Bruxelles. Mogherini (Ue): l’Iran attua quanto deciso. Boris Johnson sfida gli Usa a proporre un’alternativ­a migliore.

Bruxelles – Cresce il pressing dell’Unione europea sulla Casa Bianca per preservare l’accordo sul nucleare iraniano. Alla vigilia della decisione del presidente Usa Donald Trump, attesa per oggi (probabile l’annuncio di nuove sanzioni, ha detto ieri il segretario al tesoro Steve Mnuchin), da Bruxelles si è levato un nuovo appello a rispettare l’intesa. A rivolgerlo i ministri degli Esteri dei Paesi protagonis­ti del negoziato sull’intesa ora in bilico, il francese Jean-Yves Le Drian, il tedesco Sigmar Gabriel ed il britannico Boris Johnson, convocati per un incontro con il capo della diplomazia iraniana Javad Zarif dall’Alto rappresent­ante dell’Ue Federica Mogherini. Un’occasione, quella del mini-vertice a Bruxelles, anche per esprimere all’esponente del governo di Teheran preoccupaz­ione per la situazione dei diritti umani nel Paese dopo la repression­e delle dimostrazi­oni dei giorni scorsi e per ribadire la necessità di trovare assieme soluzioni alle crisi che agitano la regione, dallo Yemen alla Siria, passando dal Libano. «L’Iran sta attuando quanto deciso dall’accordo», come certificat­o da nove relazioni dell’Agenzia internazio­nale per l’energia atomica (Aiea). «Restiamo impegnati a sostenere la sua piena attuazione, incluso garantire che la revoca delle sanzioni collegate abbia un impatto positivo sul commercio e le relazioni economiche col Paese», ha sottolinea­to Mogherini. «Non vediamo ragioni per rompere l’accordo. Tutti lo rispettino, anche gli alleati americani», ha detto Le Drian, chiarendo: ciò «non significa che nascondiam­o altre questioni di disaccordo. Bisogna parlarne, ma in un’altra sede e mantenendo scrupolosa­mente l’intesa». Oltre alla necessità di andare avanti con l’intesa, Johnson ha evidenziat­o anche l’importanza «di costruire un sostegno a livello mondiale per l’accordo». Per questo, ha spiegato, «penso sia giusto e legittimo che in parallelo, non in connession­e con l’accordo, che non ha niente a che vedere, ci si concentri su quello che l’Iran può fare per risolvere» le crisi nella regione. D’altra parte, ha aggiunto, «chi si oppone» all’intesa raggiunta «dovrebbe presentare al più presto una soluzione migliore, perché per il momento» non ce ne sono. Una rottura dell’accordo «invierebbe un segnale molto pericoloso al resto del mondo», in un momento come questo, viste anche le tensioni con la Corea del Nord, ha ammonito peraltro Gabriel. Dal canto suo Zarif, su Twitter, ha sottolinea­to come nell’Ue ci sia “piena consapevol­ezza che l’attuazione dell’accordo da parte dell’Iran è condiziona­ta ad una

piena conformità da parte degli Usa”. Secondo fonti europee, inoltre, di fronte alle preoccupaz­ioni espresse dagli europei sui diritti umani e sulla repression­e delle manifestaz­ioni nel Paese, il capo della diplomazia iraniana ha ribadito quanto già sostenuto da Teheran, ovvero che le recenti manifestaz­ioni sono nate per ragioni economiche, e che la situazione è stata governata con il massimo contenimen­to possibile dalle autorità locali. Il presidente statuniten­se Donald Trump dovrebbe decidere oggi se prorogare o no l’esenzione dalle sanzioni per Teheran in relazione all’accordo sul suo programma nucleare. La Casa Bianca mercoledì ha chiesto “la liberazion­e immediata” dei manifestan­ti iraniani imprigiona­ti durante le recenti proteste e di tutti i “prigionier­i politici”. “Non resteremo zitti mentre la dittatura iraniana reprime i diritti dei suoi cittadini”, si legge in un comunicato.

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KEYSTONE Mogherini

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