laRegione

Un taglio ‘problemati­co’

Tutele, Camera di protezione preoccupat­a per la prospettat­a riduzione dei giudici supplenti

- di Andrea Manna

Il presidente Franco Lardelli: ‘Perderemmo un valido supporto’. E avverte: ‘Le entrate sono in aumento’.

Manifesta “viva preoccupaz­ione” la Camera di protezione del Tribunale d’appello (Ta). La preoccupaz­ione è per la prospettat­a consistent­e riduzione del numero dei giudici supplenti, ovvero di quegli avvocati che coadiuvano i magistrati del Ta nell’evasione degli incarti e nel contenere di riflesso gli arretrati. Una riduzione chiesta dalla maggioranz­a della commission­e parlamenta­re ‘Procedura elezione magistrati’ che, accogliend­o parzialmen­te un’iniziativa di Michela Delcò Petralli (Verdi), propone di limitare la presenza dei supplenti – oggi ventisette – a sole due autorità giudiziari­e del Tribunale d’appello: il Tribunale penale cantonale e la Corte d’appello e di revisione penale. Se nella seduta al via lunedì 22 il plenum del Gran Consiglio dovesse seguire la maggioranz­a commission­ale, il Ta sarebbe costretto a rinunciare alla collaboraz­ione dei giudici supplenti in suoi settori d’attività – civile, amministra­tivo... – non meno importanti di quello penale. La misura colpirebbe pertanto anche la Camera di protezione, operativa dal gennaio 2013, quando in Ticino è scattata la nuova organizzaz­ione in materia di tutele e curatele. In quest’ambito piuttosto delicato è chiamata a deliberare sui reclami e i ricorsi contro i provvedime­nti adottati dalle Arp, le Autorità regionali di protezione, vigilando nel contempo sulla loro attività per il tramite di ispettori. L’eventuale abolizione del giudice supplente “sarebbe problemati­ca” per la Camera di protezione, scrive il presidente di quest’ultima Franco Lardelli in una lettera inviata la scorsa settimana al Consiglio di Stato.

‘L’evasione degli incarti avviene ora in tempi ragionevol­i’

Sarebbe problemati­ca perché “siamo confrontat­i con un costante aumento di reclami”, avverte il magistrato. Con l’entrata in vigore del nuovo diritto della protezione e l’istituzion­e della Camera, ricorda il giudice Lardelli, il governo “aveva preventiva­to l’entrata di 150 reclami all’anno”. Le cifre a consuntivo indicano una situazione diversa: “Le entrate sono state 209 nel 2013, 219 nel 2014, 228 nel 2015 e 229 nel 2016”. Nel 2017 “abbiamo raggiunto quota 258 reclami, con un balzo in avanti di ulteriori 29 unità”. Dal 1° dicembre 2014 alla Camera di protezione è assegnata in veste di giudice supplente l’avvocato Alessia Paglia. La quale “sta dando un ottimo e apprezzato contributo”. Se il parlamento dovesse approvare la proposta di mantenere i giudici supplenti unicamente nel settore penale del Tribunale d’appello, la Camera “perderebbe un valido supporto”. In tre anni Paglia “ha al- lestito ottanta progetti, che poi ha sottoscrit­to personalme­nte, ritenuto che il 95 per cento delle decisioni vengono prese a giudice unico. Rileviamo che comunque la giudice supplente ci sottopone preventiva­mente in lettura ogni progetto (di decisione, ndr), così da salvaguard­are l’uniformità della giurisprud­enza della Camera”. Grazie anche “all’apporto di qualità” di Paglia (“che dispone di una grande esperienza in materia, avendo diretto per una decina di anni l’Ufficio di vigilanza sulle tutele e curatele e rappresent­ato il Cantone nella Conferenza dei Cantoni in materia di protezione dei minori e degli adulti”), afferma Lardelli, “siamo riusciti a contenere l’evasione dei reclami in tempi ragionevol­i”. Con la perdita della giudice supplente “non vi sarebbe più la garanzia di tempi contenuti”. C’è di più. “L’esperienza della giudice supplente permette di contenere i costi, a motivo della capacità di inquadrare rapidament­e la problemati­ca e la sussunzion­e giuridica – annota ancora Lardelli –. La sua sostituzio­ne con un vicecancel­liere – oltre ad essere procrastin­ata nel tempo, non essendo stata messa a preventivo per il 2018 – non sarebbe adeguata e in tale evenienza si renderebbe necessaria l’attribuzio­ne di un ulteriore giudice titolare con compiti redazional­i”. Uno dei motivi invocati da chi sostiene l’assottigli­amento della squadra dei supplenti del Ta è il rischio di conflitti d’interesse tra il ruolo di giudice supplente e quello di avvocato. “Nei rappor-

ti con la giudice supplente Paglia – osserva il presidente della Camera di protezione – il problema è stato risolto con l’impegno di quest’ultima a non svolgere opera di rappresent­anza in pratiche relative al diritto di protezione davanti alle Autorità regionali di protezione e alla Camera di protezione. L’interessat­a si è attenuta a questo impegno: abbiamo potuto accertare che non ha mai introdotto reclami alla Camera” e “non abbiamo motivo di dubitare che sia venuta meno a questo impegno davanti alle Autorità di prima sede: peraltro nessun caso di conflitti di interesse ci è stato segnalato”.

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TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE Franco Lardelli

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