Bufera di polemiche a Kitzbühel
Così non va. Il primo allenamento in vista della libera di sabato a Kitzbühel è servito soprattutto a sollevare voci critiche da parte dei migliori velocisti. C’è del malumore. «Non ci siamo – si lamenta il campione olimpico Beat Feuz, fresco vincitore della discesa del Lauberhorn –. I salti sono stati realizzati in modo infelice e fanno fare voli troppo lunghi. Personalmente lo trovo inconcepibile: non si può predicare per tutta la stagione che la sicurezza degli atleti deve avere la precedenza su tutto e poi proporre un simile tracciato. Non c’è alcun piacere a sciare qui». A fargli eco è Aksel Lund Svindal, rappresentante degli atleti: «Su diversi salti si raggiungono altezze eccessive». Il norvegese va poi oltre: «Per lo sci, Kitzbühel è come Montecarlo per la Formula 1, dove alla minima distrazione si finisce contro un muro. Non c’è più margine d’errore». Qualche ora prima, dalle colonne del ‘Kronen Zeitung’, Hannes Reichelt ha esternato la speranza di non dover più assistere “a una gara tanto pericolosa come quella di due anni fa”. Nel 2016, in condizioni meteorologiche caotiche, norvegese e austriaco erano stati protagonisti di una caduta in piena velocità nella Hausbergkante. Di difficile interpretazione dunque i risultati della prima prova, poco significativi. Il più veloce è stato l’italiano Innerhofer, 23/100 più veloce dell’americano Nyman e 46/100 del connazionale Marsaglia; 7° Marc Gisin, 25° Feuz. Carlo Janka, da parte sua, ha preferito non presentarsi al via.