Riforma fiscale, sarà referendum
Sindacati e sinistra hanno raccolto le firme necessarie per chiamare il popolo al voto
«Più di 10mila firme raccolte, con pure le vacanze di Natale in mezzo, sono davvero tante». È raggiante Matteo Pronzini, deputato del Movimento per il socialismo (Mps), nel commentare il raggiungimento del referendum contro il pacchetto fiscale della Riforma fisco-sociale approvata dal Gran Consiglio il 12 dicembre scorso. Il comitato promosso da Unia, Unione sindacale svizzera, Ticino e Moesa, Ps, Giso, Verdi, Mps, Pc, Pop, Forum alternativo e Collettivo scintilla, dunque, ce l’ha fatta. E per Pronzini i motivi sono due: «Uno è che, evidentemente, chi ha firmato il nostro referendum pensa che gli sgravi fiscali ai ricchi non servono assolutamente a nulla. Il secondo è l’esasperazione che ho notato raccogliendo le firme: la crisi sociale con cui la stragrande maggioranza delle famiglie è confrontata sta raggiungendo livelli estremamente alti». Non teme che se il popolo bocciasse gli sgravi fiscali il governo possa fare marcia indietro sul pacchetto sociale? «È chiaro che un’auspicata vittoria del referendum deve obbligare una discussione politica che porti al rafforzamento delle proposte sociali, e che, soprattutto, vengano messe in atto. Il pacchetto fiscale promosso dal Consiglio di Stato, comunque, non deve essere sopravvalutato». Una tesi sposata anche da Vincenzo Cicero, responsabile di Unia per il Sottoceneri. «Buona parte di questi 20 milioni erano già progetti a livello nazionale. La cosa grave è che il governo prima e il parlamento poi abbiano fatto rientrare dalla finestra ciò che il popolo, bocciando la Riforma III delle imprese, aveva rifiutato: gli sgravi». Per Cicero, «questa Riforma fiscale è la prima di tre tappe. Le altre sono l’implementazione a livello cantonale delle misure che verranno discusse a partire da questo autunno a Berna e, da ultimo, un terzo passaggio ancora a livello ticinese. Sarebbe stato educato attendere il progetto fiscale federale per vedere che impatto avrà sul nostro cantone, prima di fare una riforma di questo tipo». Come è andata la raccolta delle firme? «Abbiamo notato una grande sensibilità verso questo tema, che speriamo si traduca in una vittoria nel referendum. E c’è grande disagio, soprattutto. Le risposte della politica non vengono percepite dalla popolazione come risposte ai problemi reali».