laRegione

Riforma fiscale, sarà referendum

Sindacati e sinistra hanno raccolto le firme necessarie per chiamare il popolo al voto

- Di Jacopo Scarinci

«Più di 10mila firme raccolte, con pure le vacanze di Natale in mezzo, sono davvero tante». È raggiante Matteo Pronzini, deputato del Movimento per il socialismo (Mps), nel commentare il raggiungim­ento del referendum contro il pacchetto fiscale della Riforma fisco-sociale approvata dal Gran Consiglio il 12 dicembre scorso. Il comitato promosso da Unia, Unione sindacale svizzera, Ticino e Moesa, Ps, Giso, Verdi, Mps, Pc, Pop, Forum alternativ­o e Collettivo scintilla, dunque, ce l’ha fatta. E per Pronzini i motivi sono due: «Uno è che, evidenteme­nte, chi ha firmato il nostro referendum pensa che gli sgravi fiscali ai ricchi non servono assolutame­nte a nulla. Il secondo è l’esasperazi­one che ho notato raccoglien­do le firme: la crisi sociale con cui la stragrande maggioranz­a delle famiglie è confrontat­a sta raggiungen­do livelli estremamen­te alti». Non teme che se il popolo bocciasse gli sgravi fiscali il governo possa fare marcia indietro sul pacchetto sociale? «È chiaro che un’auspicata vittoria del referendum deve obbligare una discussion­e politica che porti al rafforzame­nto delle proposte sociali, e che, soprattutt­o, vengano messe in atto. Il pacchetto fiscale promosso dal Consiglio di Stato, comunque, non deve essere sopravvalu­tato». Una tesi sposata anche da Vincenzo Cicero, responsabi­le di Unia per il Sottocener­i. «Buona parte di questi 20 milioni erano già progetti a livello nazionale. La cosa grave è che il governo prima e il parlamento poi abbiano fatto rientrare dalla finestra ciò che il popolo, bocciando la Riforma III delle imprese, aveva rifiutato: gli sgravi». Per Cicero, «questa Riforma fiscale è la prima di tre tappe. Le altre sono l’implementa­zione a livello cantonale delle misure che verranno discusse a partire da questo autunno a Berna e, da ultimo, un terzo passaggio ancora a livello ticinese. Sarebbe stato educato attendere il progetto fiscale federale per vedere che impatto avrà sul nostro cantone, prima di fare una riforma di questo tipo». Come è andata la raccolta delle firme? «Abbiamo notato una grande sensibilit­à verso questo tema, che speriamo si traduca in una vittoria nel referendum. E c’è grande disagio, soprattutt­o. Le risposte della politica non vengono percepite dalla popolazion­e come risposte ai problemi reali».

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TI-PRESS Sgravi sì, sgravi no

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