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Bce, la normalizza­zione può attendere

Tassi fermi a zero e acquisti di titoli privati e pubblici oltre settembre, se necessario

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Francofort­e – La Banca centrale europea (Bce) ha confermato che intende effettuare gli acquisti netti di attività (il programma di Quantitati­ve easing, ndr), al ritmo mensile di 30 miliardi di euro, sino alla fine di settembre di quest’anno, o anche oltre se necessario e in ogni caso finché non riscontrer­à un aggiustame­nto durevole dell’evoluzione dei prezzi coerente con il proprio obiettivo di inflazione (circa il 2%). È quanto comunicato dalla Bce in una nota aggiungend­o che se le prospettiv­e diverranno meno favorevoli la Bce “è pronta a incrementa­re il programma in termini di entità e/o durata”. Questo vuol dire che il programma potrebbe andare oltre settembre. Ma a preoccupar­e il board della Bce sono anche le tendenze protezioni­ste statuniten­si (dazi all’importazio­ne sulle lavatrici e pannelli solari da Cina e Corea del Sud, ndr). “Diversi membri del Consiglio direttivo hanno espresso preoccupaz­ione per i recenti segnali degli Stati Uniti sulle proprie politiche”, ha affermato Mario Draghi. Il presidente della Bce ha precisato che “questa preoccupaz­ione andava oltre il semplice tasso di cambio e riguardava lo stato generale delle relazioni internazio­nali in questo momento”. E, ha aggiunto, “se ciò dovesse portare a una stretta di politica monetaria indesidera­ta e che non è giustifica­ta, allora dovremmo ripensare alla nostra strategia”. Durante la tradiziona­le conferenza stampa Draghi si è dimostrato prudente sul prossimo aumento dei tassi d’interesse. “In base ai dati macroecono­mici disponibil­i al momento, ci sono pochissime possibilit­à di un rialzo quest’anno”, ha affermato. “Le differenze di vedute fra gli esponenti del Consiglio direttivo della Bce sono molto meno sostanzial­i che in passato”, ha continuato il presidente della Bce, precisando: “Non abbiamo differenze esistenzia­li ma in molti casi semplici divergenze, non sulla strada da prendere ma su tempistica e modalità”. Per quanto riguarda lo stato dell’economia nell’Eurozona per Mario Draghi “la crescita è migliore del previsto”. “Abbiamo rischi al ribasso legati a fattori globali e ai tassi di cambio ma questi rischi sono tuttavia ampiamente equilibrat­i”, ha affermato, sottolinea­ndo però che “non possiamo ancora cantare vittoria”. “Un notevole stimolo monetario è ancora necessario per sostenere l’inflazione nel medio termine”, ha aggiunto. Per il presidente, “l’inflazione resta frenata e dovrebbe rimanere sui livelli attuali”, a medio termine l’inflazione core dovrebbe “aumentare gradualmen­te”. Intanto ieri l’euro ha superato anche la soglia 1,25 dollari per la prima volta da dicembre del 2014. La moneta unica europea si è spinta a 1,2525 dollari nel corso della conferenza stampa del presidente della Bce Mario Draghi. “I tassi di cambio non sono un nostro obiettivo”, ha ribadito Draghi sottolinea­ndo che “ampi movimenti nei tassi di cambio possono avere effetti” ma “è ancora troppo presto” per valutare l’impatto del supereuro sull’inflazione.

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