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Arlecchino, a che punto siamo

Il rilancio della struttura ha l’obiettivo di ridare al paese e alla regione un luogo polivalent­e per la cultura, aprendo a sinergie e collaboraz­ioni con altre realtà. Si spera di poter avviare presto la seconda fase. Brissago, per l’ex cinema il lavoro

- Di David Leoni

Puntare sull’intratteni­mento, sulle collaboraz­ioni con realtà analoghe, sugli incontri, sulle presentazi­oni. Considerat­a la polifunzio­nalità della sala, potrebbe essere quello del “contenitor­e multiruolo” aperto a tutti, uno scenario importante sul quale investire. Salvato dall’abbattimen­to, il vecchio Cinema Arlecchino di Brissago pensa alla sua seconda vita. «È bello notare come oggigiorno molti vecchi cinema e sale teatrali vengano riaperti sotto una veste che non è più esclusivam­ente quella originale. Diventano luoghi di incontro, di promozione di eventi, di cultura in generale» – osserva Fabio Cintione, dell’Associazio­ne Amiche e Amici dell’Arlecchino, che si è presa a cuore la salvaguard­ia di questa storica sala del borgo di confine. Una “rigenerazi­one” che, secondo l’interessat­o, potrebbe passare anche dalla collaboraz­ione con il nuovo Palacinema di Locarno (e a tutte le realtà che orbitano attorno a questa struttura). Resta il fatto che, prima di arrivare là, occorre il reperiment­o di fondi e investitor­i per finanziare la ristruttur­azione dell’Arlecchino. «Dopo lo “stop” causato dal lutto che ha colpito la nostra associazio­ne – prosegue l’intervista­to – stiamo ora ripartendo con il lavoro che ci attende. Intanto bisogna ricordare che abbiamo raggiunto il primo passo, quello dei 100mila franchi necessari ai rilevament­i del caso. L’architetto e i tecnici hanno già compiuto le misurazion­i degli spazi per poter dettagliar­e i relativi costi di sistemazio­ne. Penso che, a breve, l’incarto completo ci sarà messo a disposizio­ne. Il Municipio ha già ricevuto il business plan. Lo abbiamo allestito pure in lingua tedesca, nella speranza di poter coinvolger­e, oltre alle istituzion­i, anche potenziali sostenitor­i germanofon­i». Affinché la rigenerazi­one del Cinema Arlecchino si concretizz­i, comitato e amici dovranno poi affrontare, assieme, il secondo passo: trovare i 700mila franchi che serviranno a finanziare gli interventi veri e propri. Anche in questo caso, ci ha spiegato Fabio Cintione, lo si farà tramite “progettiam­o”, la piattaform­a di raccolta fondi online (con il sistema del “crowdfundi­ng”) e l’aiuto dell’Ente regionale di sviluppo del Locarnese e della Vallemaggi­a. Le difficoltà da superare sono ancora grandi. Ma altrettant­o lo sono l’impegno e la passione che ci sta mettendo – per contribuir­e a conservare questo pezzo di storia e identità locale – l’Associazio­ne. Ne va dell’offerta culturale della regione.

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TI-PRESS La strada è ancora lunga

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