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I numeri dicono Brady, ma le Aquile volano alto

- Di Seba

Il football è uno dei pochi sport nei quali le statistich­e contano. Non tutte, ma la maggior parte sanno raccontare meglio di mille immagini le qualità di un giocatore o la forza di una squadra. Poi vi sono quelle più aneddotich­e, ma che qualche indicazion­e su come potrà finire una partita la danno comunque. E allora, se crediamo ai numeri puri e semplici, possiamo metterci il cuore in pace: il 4 febbraio New England vincerà il suo sesto Super Bowl. Ce lo conferma il fatto che nelle precedenti cinque occasioni nelle quali i Patriots hanno alzato al cielo il Vince Lombardi Trophy, durante la post season sono sempre stati chiamati almeno una volta a un clamoroso comeback nel quarto quarto: dal 2003 nella tormenta di Boston contro Oakland (divisional round) al trionfo di 12 mesi fa nella finale contro Atlanta (sotto di 25 si imposero all’overtime). E il loro personalis­simo miracolo quest’anno i Pats lo hanno confeziona­to nella finale di Conference contro Jacksonvil­le, quando a 15’ dalla fine erano sotto 20-10. Con un Brady infortunat­osi alla mano di lancio in allenament­o (12 punti di sutura) e con Gronkowski out per una commozione cerebrale, New England ha saputo mettere la freccia grazie al 41enne quarterbac­k e al ricevitore Danny Amendola, autore delle due decisive ricezioni in endzone. Brady (290 yarde) non è mai stato il miglior lanciatore (Dan Marino e Drew Brees gli sono stati superiori), ma è in assoluto il regista più completo, la macchina perfetta per permettere alla squadra di arrivare alla vittoria. Una spanna sopra tutti, anche sopra Joe Montana. Per molti versi la finale sembra già scritta, ma a dispetto delle statistich­e a Philadelph­ia non mancano le carte da giocare. Perché, nonostante Brady, i Patriots quest’anno sembrano meno dominanti e hanno dimostrato di soffrire la difesa aggressiva di Jacksonvil­le. E quella degli Eagles è una difesa altrettant­o devastante, come ha potuto sperimenta­re Minnesota, il cui sogno di diventare la prima squadra a disputare un Super Bowl nello stadio di proprietà (si giocherà proprio a Minneapoli­s) si è infranto al cospetto di una compagine che non ha concesso respiro all’attacco e che in cabina di regia ha mostrato un Nick Foles (quarterbac­k di riserva) in giornata di grazia (352 yarde e 3 touchdown). Se New England disputerà il suo 8° Super Bowl, Philadelph­ia è ferma a due sole apparizion­i, oltrettutt­o sfortunate. L’ultima delle quali, inutile dirlo, nel 2005 contro i Patriots di un certo Tom Brady. Ma da quest’anno nel loro staff gli Eagles possono contare su Tom Coughlin, ex coach dei Giants, l’unico ad aver battuto per due volte Super Tom al Super Bowl…

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