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‘Orgoglio e responsabi­lità’

Per Bobby Sanguinett­i da qui ai Giochi sarà un crescendo di adrenalina. ‘Ho ancora i brividi se ripenso a quel momento’.

- Di Moreno Invernizzi

Lugano – Il Winter Classic della Nhl è sempre qualcosa di speciale. Un’emozione unica. Perché non capita tutti i giorni di vedere le grandi star sfidarsi come ai vecchi tempi, su una pista a cielo aperto. E quello di Capodanno 2018 a New York (vinto dai Rangers sui Buffalo Sabres 3-2, all’overtime) per Bobby Sanguinett­i lo è stato a maggior ragione. Infatti durante la seconda pausa, i 41mila 281 spettatori del Citi Field (abituale “casa” dei Mets, squadra newyorkese di baseball) hanno potuto sentire anche il nome del difensore del Lugano, nella lista diffusa dallo speaker dello stadio dei giocatori che rappresent­eranno gli Stati Uniti alle Olimpiadi di Pyeongchan­g. «A ripensarci, anche adesso provo i brividi – rievoca il numero 77 del Lugano –. Qualche giorno prima di Capodanno avevo ricevuto la telefonata che mi informava di essere stato inserito nella lista. Il Winter Classic l’ho seguito alla television­e, e me lo sono davvero gustato il momento in cui è stata pubblicame­nte svelata la selezione». Di cui fanno parte anche altri due giocatori che militano nel nostro campionato: Mark Arcobello (Berna), Broc Little (Davos) e Jim Slater (Friborgo): quando vi incontrate in campionato, c’è spazio anche per parlare di Nazionale fra di voi? «Sì, con gli altri americani che giocano in A, è inevitabil­e parlare anche di questa avventura. Anche con il resto del gruppo, con cui sono regolarmen­te in contatto. Siamo comunque tutti consapevol­i che la nostra chiamata dipende soprattutt­o dal fatto che a Pyeongchan­g non ci saranno i giocatori di Nhl: per noi che giochiamo

in Svizzera è un’opportunit­à per metterci in mostra». Come ha vissuto Bobby Sanguinett­i le settimane successive a questa chiamata? «Vestire la maglia della nazionale è qualcosa che ti riempie di orgoglio, e devi fare del tuo meglio perché con quella addosso rappresent­i il tuo Paese, i tuoi connaziona­li. Sul piano fisico, beh, ho cercato di fare il massimo per presentarm­i nelle migliori condizioni possibili,

fisiche e mentali. La mia vita non è cambiata granché, anche se è inevitabil­e che con il passare dei giorni senti montare dentro di te l’adrenalina». Prima di pensare alla Corea, e ai Giochi olimpici, ci sono però altre cinque partite da assolvere con la maglia bianconera. A cominciare dal big-match con il Berna: «Nelle ultime partite abbiamo ritrovato il giusto spirito e un buon assetto, ora però dobbiamo confermare questi progressi per preparare al meglio il rush finale, anche dal profilo mentale».

Ulmer, intanto, scalpita

C’è anche Stefan Ulmer in pista per l’allenament­o della vigilia del big-match con il Berna, Ma il suo impiego contro gli Orsi Ireland non lo ha ancora deciso: «La decisione finale la prenderò solo all’ultimo». Anche perché, per una volta, il tecnico bianconero si ritrova con addirittur­a potenziali nove difensori arruolabil­i. Davanti da segnalare il rientro di Fazzini, che non aveva giocato contro Losanna e Zugo, mentre Sannitz (che si è allenato a secco) resta in infermeria, in compagnia di Klasen. Niente allenament­o nemmeno per Kparghai, che verosimilm­ente sarà impegnato con la maglia dei Rockets.

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TI-PRESS/PUTZU ‘Il mio obiettivo a Pyeongchan­g? Vincere, perché no?’

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