Cavie umane, test svolti correttamente
L’Università di Aquisgrana difende la regolarità degli esperimenti contestati
Berlino – L’Università di Aquisgrana ha difeso nuovamente la correttezza dei test sui soggetti umani realizzati per le emissioni di diossido di azoto, in una conferenza stampa ieri, alla quale è stato invitato a intervenire anche uno dei 25 partecipanti agli esperimenti. “Sono senza parole, non ho alcuna comprensione per tutto il dibattito che hanno suscitato questi test”, ha affermato il ragazzo. Non è accaduto molto durante quegli esperimenti”, ha aggiunto, affermando di non temere e di non ritenere davvero possibili eventuali effetti collaterali nel lungo periodo. Alla luce della concentrazione di gas, cui venivano esposti i soggetti umani, hanno affermato i responsabili dell’Università, “l’innesco di una malattia a causa di brevi esposizioni poteva essere escluso con assoluta sicurezza”. Obiettivo dello studio era invece “identificare reazioni precoci del sistema immunitario, che dopo brevi esposizioni sarebbero state del tutto reversibili, ma che avrebbero potuto invece provocare dei danni nel lungo periodo in esposizioni prolungate e ripetute”, si legge ancora in un rapporto di domande e risposte pubblicato dall’università, in occasione della conferenza stampa di ieri. Anche il comitato etico che approvò le ricerche della società Eugt (fondata dai colossi tedeschi dell’auto Bmw, Daimler e Volkswagen e poi sciolta nel 2017) ha affermato che non vi sia stata all’epoca “nessuna riserva” sulla richiesta della ricerca, “dal momento che non era riconoscibile alcun rischio”. “La richiesta della ricerca fu approvata all’unanimità”, si legge. “Non si può ovviamente mai escludere nulla, ma io non credo che avrò effetti collaterali da questi test”, ha affermato il giovane che si era prestato a far da cavia per la ricerca parlando all’emittente Ntv. Nel rapporto dell’università si afferma anche che i 25 soggetti che si prestarono ai test hanno ricevuto un rimborso spese di cento euro. A proposito della procedura del test si afferma: “Ogni soggetto è stato esposto per tre ore alla settimana, per quattro settimane consecutive”. Chi si sottoponeva agli esperimenti poteva, in quelle ore, “leggere, studiare o anche fare giochi di società”.