Scade l’ultimatum sullo smog
Bruxelles – Scade oggi il tempo concesso a nove Paesi Ue per prendere nuove misure antismog, e sul tavolo del commissario all’Ambiente Karmenu Vella non sono ancora arrivati i documenti attesi. Trascorso il termine, le nove nazioni – tra le quali Italia, Francia, Germania e Spagna – verranno rinviate davanti alla Corte di giustizia europea, dove sono già stati deferiti altri due Paesi, Bulgaria e Polonia. Vella aveva già convocato a Bruxelles lo scorso 30 gennaio un incontro con i ministri dei nove Paesi che hanno procedure d’infrazione aperte che rischiano il passaggio alla Corte Ue per la cattiva qualità dell’aria. “Bisogna essere chiari – aveva detto ancora qualche giorno fa Vella – tutti i Paesi partecipanti al summit ministeriale di martedì hanno presentato suggerimenti positivi, ma non sufficientemente incisivi per cambiare l’intero quadro generale”. Un impegno peraltro assunto da tutti i membri dell’Ue “ma mai rispettati per molti anni”, in particolare sui limiti di particolato e gas diesel. Nei prossimi giorni la Commissione dovrà analizzare gli eventuali documenti ricevuti entro ieri, e quindi valutarli. La prossima tornata di procedure d’infrazione, in ogni caso, non verrà attivata prima di marzo. Anche con il deferimento alla Corte Ue, però, nessuno dei nove rischia ancora di dover pagare multe. Quale più quale meno, tutti i Paesi in questione, hanno cercato di blandire Vella, con il quale “abbiamo intensamente e proficuamente collaborato in questi anni”, ma non è evidentemente di questo che si tratta. Tra dati sulle emissioni taroccati, e “distrazioni” legislative, i maggiori Paesi dell’Unione hanno disatteso gli impegni che sovente, e volentieri, impongono ai partner di minoranza.