La Corea riunita per un giorno
Alla cerimonia inaugurale dei Giochi olimpici il presidente Moon Jae-in stringe la mano a Kim Yo-jong sorella del ‘nemico’
Pyeongchang – Potrebbe anche risolversi tutto in una stretta di mano. O potrebbe ricominciare tutto da una stretta di mano. L’incontro, ieri alla cerimonia di inaugurazione dei giochi olimpici invernali, tra il presidente della Corea del Sud Moon Jae-in e Kim Yo-jong, sorella dell’autocrate nordcoreano Kim Jong-Un, è stato immediatamente sovraccaricato di significati, ma resta a suo modo “storico”: per la prima volta da settant’anni un membro della famiglia dei Kim ha oltrepassato la frontiera con il Sud. Secondo la Cnn la giovane Kim potrebbe anche avere recapitato a Moon un invito a recarsi a sua volta a Pyongyang. E sarebbe in tal caso la prima visita di un presidente sudcoreano dal 2007. O forse è anche questo un auspicio trasformato frettolosamente in notizia, e tuttavia indice di un clima favorito dalla “tregua olimpica”, che potrebbe dare qualche frutto. Anche a una prudentissima lettura degli eventi, infatti, appare chiaro che tra Seul e Pyongyang non è esclusa la ricerca di un terreno di confronto che non sia soltanto quello delle minacce o del reciproco disprezzo. Attitudine che in maniera abbastanza chiara Kim Jong-un coltiva per cercare di separare Seul dal grande protettore statunitense, ma che ha comunque riscontro nella più che ragionevole preoccupazione di Moon di risparmiare alla Corea del Sud un confronto bellico che la vedrebbe probabilmente vittoriosa ma a un prezzo devastante. Una prudenza peraltro emersa sin dai giorni delle più chiassose smargiassate di Trump, che infatti non l’ha mai davvero gradita. E se qualcuno ne avesse ancora dubitato, sarebbe bastato vedere la faccia irrigidita di Mike Pence, messo in tribuna a una spanna da Kim Yo-jong, e ben attento a non incrociarne lo sguardo o a non farsi sfuggire un applauso al passaggio della squadra olimpica unificata delle due Coree, al contrario del resto dello stadio. Pence che ha anche rifiutato di partecipare alla cena a cui l’aveva invitato Moon, per non trovarsi alla stessa tavola della sorridente nemica. Quanto poi alla possibilità che la “tregua olimpica” venga prorogata sotto altro nome, è bene non farsi illusioni. Le previste esercitazioni congiunte di Stati Uniti e Corea del Sud – alle quali Pyongyang replica di norma con “tiri di avvertimento” – erano in effetti state sospese per non aggravare le tensioni in occasione dei Giochi. Dunque non annullate. Né sospeso, e tantomeno annullato, il piano nucleare nordcoreano. Spenta la torcia, si riaccenderanno i razzi.