Record di insulti online per Sommaruga
I giornali del gruppo Tamedia hanno passato al setaccio oltre 700mila commenti di lettori. Le donne spesso prese di mira con post dal contenuto sessista e misogino.
Simonetta Sommaruga (Ps) è la più insultata e vilipesa fra i membri del Consiglio federale nei commenti online sui portali dei giornali elvetici, o per lo meno su quelli della rete newsnet che fa capo a Tamedia. È quanto hanno scritto ieri ‘Tages-Anzeiger’, ‘Bund’ e ‘Berner Zeitung’ dopo aver analizzato oltre 700mila commenti di lettori postati tra giugno 2017 e gennaio 2018 nei forum dei media della rete, della quale fanno parte. Oggetto dell’analisi: i circa 500mila commenti pubblicati e gli oltre 200mila cestinati (il 29% del totale) dagli addetti ai controlli di newsnet a causa del loro contenuto ingiurioso, diffamatorio o razzista. Il nome di Simonetta Sommaruga distanzia nettamente quelli di tutti gli altri consiglieri federali. In una scala in cui la connotazione al di sopra del fattore 1 è negativa e quella al di sotto positiva, la titolare socialista del Dipartimento federale di giustizia e polizia raggiunge quota 2,5, di gran lunga davanti a Johann Schneider-Ammann (Plr, 1,4), Doris Leuthard (Ppd, 1,3) e Alain Berset (Ps, 1,1). In territorio positivo figura invece Ueli Maurer (Udc, 1). Ancor meglio di lui fanno Ignazio Cassis (Plr), nonostante le critiche formulate nei suoi riguardi sulla stampa nei primi 100 giorni quale nuovo ministro degli Esteri, e Guy Parmelin (Udc), entrambi a quota 0,9. Uno sguardo ai commenti non pubblicati mostra che molti di quelli riguardanti consigliere federali si distinguono per il contenuto sessista e misogino. Oltre al fatto di essere donne, pesa su Sommaruga e Leuthard il fatto di dirigere dipartimenti con settori che danno adito a reazioni emotive (l’asilo per la prima, la Ssr per la seconda). Quanto rilevato per le due ministre vale anche per i commenti che riguardano consigliere nazionali Udc: la ginevrina Céline Amaudruz e la zurighese Natalie Rickli sono “colpite sotto la cintura” con una frequenza doppia rispetto al collega zurighese Roger Köppel o allo stratega del partito Christoph Blocher, “sebbene i due uomini si esprimano pubblicamente in modo più energico” rispetto alle due donne. La politologa Sarah Bühler, citata nell’articolo, non è sorpresa: una donna che fa politica dà ancora nell’occhio in molti luoghi in Svizzera “perché è una donna e in quanto tale appartiene alla minoranza nel mondo politico”. A suo avviso anche i media sono corresponsabili: sulle donne in politica riferiscono in modo diverso rispetto agli uomini, rendendole un obiettivo più facile da attaccare.