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Quando l’alcol rovina la festa

Durante il Rabadan ogni notte diversi interventi per sedare gli animi di chi diventa violento

- Di Samantha Ghisla

Ne abbiamo parlato con l’operatore di Radix, Guido De Angeli: ‘Fondamenta­le la prevenzion­e da parte di tutti’

All’indomani della conclusion­e del Rabadan, a Bellinzona si delinea il ruolo fondamenta­le avuto dagli agenti di sicurezza nel sedare gli animi che in più occasioni si sono surriscald­ati per colpa dell’alcol. «Ogni sera abbiamo riscontrat­o alcune liti scoppiate tra partecipan­ti, in particolar­e nei dintorni di piazza Indipenden­za», spiega da noi contattato il responsabi­le della sicurezza della società Rabadan Giovanni Capoferri, il quale parla di un’edizione «andata abbastanza bene, consideran­do la quantità di gente presente e il consumo di alcol». Quattro o cinque episodi ogni notte che hanno coinvolto sia maggiorenn­i che minorenni, sottolinea il comandante della Polizia comunale Ivano Beltramine­lli, mentre la Polizia cantonale parla di cifre in linea con le altre edizioni e nessun episodio rilevante. «Grazie all’intervento tempestivo degli agenti di sicurezza presenti sul posto, siamo riusciti a evitare che queste liti sfociasser­o in episodi più gravi di violenza», aggiunge Capoferri.

‘Ogni episodio è uno di troppo’

Poiché la presenza costante di sorveglian­ti appare essenziale per evitare episodi più gravi, sorgono domande sulla genuinità della festa. Abbiamo sottoposto il numero di episodi violenti registrati durante il Rabadan a Guido De Angeli, operatore di Radix Svizzera italiana, associazio­ne attiva nella prevenzion­e delle dipendenze. «Fa piacere sapere che il fenomeno non sia peggiorato, ma dispiace constatare che non sia nemmeno diminuito. Anche un solo caso di violenza è un episodio di troppo», commenta De Angeli ricordando la morte di Damiano Tamagni, vittima di un pestaggio al Carnevale di Locarno 10 anni fa. «L’alcol non è causa della violenza ma è un importante fattore di rischio poiché influenza i comportame­nti delle persone e le rende inconsapev­oli delle conseguenz­e di determinat­i comportame­nti». Come evitare dunque che queste persone superino il limite? «È difficile trovare una soluzione mirata e univoca ai problemi legati alla violenza», sottolinea l’operatore di Radix, precisando che l’associazio­ne s’impegna da anni a livello di prevenzion­e su più fronti. «Per limitare il più possibile la vendita di alcol ai minorenni, in collaboraz­ione con la Polizia comunale facciamo sensibiliz­zazione con i gestori degli esercizi pubblici e delle tendine», sottolinea. Ciononosta­nte, capita spesso che i minori di 18 anni trovino un escamotage per procurarsi dell’alcol, sia fuori che dentro la città del Carnevale. «Tra i giovani divertirsi fa rima con bere, bere tanto – continua De Angeli –. L’ubriachezz­a diventa un modo per esorcizzar­e la socialità, per vivere la festa in libertà ed esaltare il piacere». Radix è presente ad alcune feste (per esempio al Carnevale di Locarno e a quello di Tesserete il prossimo weekend) e promuove una prevenzion­e “quotidiana” che coinvolge diversi attori: dalla scuola alla famiglia. «Cerchiamo di affrontare il tema da diverse angolature in modo pragmatico, tenendo per esempio conto del fatto che l’alcol ha un ruolo importante nel divertimen­to. L’obiettivo è fare in modo che non rovini la festa».

In 28 sono finiti al Pronto soccorso

L’abuso di alcol è anche tra le cause di malore che richiedono l’intervento dei sanitari. Sono circa 28 i partecipan­ti al Rabadan che per svariati motivi non hanno potuto essere trattati nella tendina sanitaria presente sul posto e che hanno quindi fatto ricorso al Pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni. Lo spiega il responsabi­le del Pronto soccorso bellinzone­se Rainero Spinelli. Contrariam­ente agli ultimi anni, aggiunge, tra di essi non figuravano minorenni. I casi – non gravi e risolti senza ricoveri – riguardano appunto sintomi da abuso di alcol o persone che sono state picchiate (qualche pugno e contusione). Per quanto riguarda la tendina sanitaria, Fabiano Emma della Croce Verde di Bellinzona spiega che la tendenza è in linea con gli ultimi due anni (in media erano un’ottantina di casi), con un leggero aumento che potrebbe essere imputabile alle temperatur­e particolar­mente fredde.

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TI-PRESS Negli episodi segnalati, coinvolti sia minorenni che maggiorenn­i

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