Pagati per le firme? Mps stizzito. Cheda: ‘Son stato io’
Annuncio a pagamento apparso ieri sui quotidiani spacca il fronte del no al semisvincolo
La questione, del pagare chi raccoglie le firme, era emersa già per un altro referendum che ha spaccato Bellinzona. L’accusa, rivolta allora all’Mps, aveva seccato il segretario Giuseppe Sergi che con Lega e Udc si era battuto contro gli onorari municipali, spuntandola. Oggi la stessa faccenda si ripresenta in seguito a un annuncio a pagamento sui quotidiani in cui i ‘Cittadini per il territorio’ annunciano di essere alla ricerca di 50 raccoglitrici e raccoglitori di firme contro il semisvincolo. Offrono “buona retribuzione” e “orario di lavoro libero”, si legge sulla ‘Regione’ e sul ‘Gdp’. Abbastanza per mandare su tutte le furie Sergi, che ha comunicato, a mezzo stampa (v. il nostro sito), ai Verdi l’uscita dal Comitato referendario contro il semisvincolo. «Continueremo certo a sostenere la raccolta firme, ma in modo indipendente», assicura. «Il referendum è un esercizio democratico. Ci chiediamo come possa essere uno strumento per intervenire nel dibattito se chi lo promuove è stipendiato, al pari di un mercenario, se gli importi poco la posta in gioco o sia del tutto indifferente alla causa». Di questo passo – continua – si assolderà personale per costruire consenso elettorale. È assurdo! Per questo abbiamo preso le distanze dal Comitato contrario al semisvincolo promosso dai Verdi, che svolgono pure funzioni di segretariato». Tirato in ballo dal portale che, per primo, ha riportato la notizia dell’annuncio, Ivo Durisch, alla testa del Gruppo Socialista nel parlamento, reagisce con rabbia verso chi lo addita tra i sostenitori della pubblicazione: «Sia chiaro che io sono il coordinatore (come si può del resto leggere nella sua scheda online di deputato, ndr) dell’Associazione cittadini per il territorio del Mendrisiotto e Basso Ceresio, che non ha nulla, ripeto nulla!, a che vedere con chi ha pubblicato questo annuncio, anche se sono stato nominato (da Matteo Cheda, ndr) presidente onorario». Durisch tiene a ricordare il suo impegno in seno alla Commissione speciale ‘Costituzione e diritti politici’. «Sto combattendo affinché le scadenze per la raccolta firme, il tempo massimo a disposizione di chi lancia referendum e iniziative, siano estese». Durisch conclude quindi, in modo altrettanto esplicito, con una battuta sul sistema di retribuire i raccoglitori di firme: «Non è assolutamente accettabile che ciò avvenga», dice inequivocabilmente. Aspettando i Verdi, che per bocca del co-coordinatore Ronnie David si distanziano dall’annuncio e – di principio – dal pagamento di chi raccoglie le firme. Sentiamo Matteo Cheda, già protagonista della prima campagna contro il semisvincolo. «Certo – ammette Cheda senza problemi –, sono stato io ad aver voluto l’annuncio e a pagarne la pubblicazione. Vi sono due forme di sovvenzione: pagando l’ora come fanno i sindacati, o per firma. Sarei per la prima variante ma vedrei bene (come Verdi e Durisch, ndr) un’estensione dei tempi e la riduzione delle firme. Mps stizzito? Se Pronzini raccoglie tutte le 7mila firme necessarie meglio per tutti».