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Elia Grata nuovo direttore ‘Grigionita­liano snobbato’

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La Fondazione alpina per le scienze della vita (Fasv) con sede a Olivone ha designato quale suo nuovo direttore Elia Grata, che avrà il compito di coordinare le attività della fondazione che vanno dagli ambiti di analisi a quelli di formazione e ricerca nel campo scientific­o, in collaboraz­ione con vari enti e istituti. Elia Grata (1978) è nato e cresciuto in Valle di Blenio. Dopo il diploma federale di farmacista ha conseguito un dottorato in chimica analitica all’Università di Ginevra. Ha poi operato nel laboratori­o di analisi antidoping dell’Ospedale universita­rio cantonale di Losanna dal 2008 al 2011, per poi passare dal 2012 alle dipendenze della Fasv, andando a completare il team dell’Istituto di analisi tossicolog­ica e chimica (Iact). Nel 2016 ha pure conseguito il diploma di tossicolog­o forense e, nel 2017, ha co-diretto con Maria Teresa Pinorini la Fasv. Il Consiglio di fondazione presieduto da Marino Truaisch ha deciso di nominare Elia Grata alla direzione “in modo da meglio attribuire le competenze interne ed esterne, nonché per coordinare meglio l’ampia offerta di attività formative e di ricerca presso la Fasv”. L’assenza di un rappresent­ante della scena culturale grigionita­liana nel Gruppo di progetto per la cultura istituito dal Consiglio di Stato grigionese è inconcepib­ile: lo sostengono la Deputazion­e grigionita­liana al Gran Consiglio retico e la Pro Grigioni Italiano (Pgi). “Si tratta senz’altro di una situazione insoddisfa­cente e inopportun­a, che non rispecchia l’identità culturale del Cantone né le diverse sensibilit­à e pluralità che lo compongono”: così è scritto nell’incarico presentato al termine della sessione di febbraio del parlamento retico dal presidente della Deputazion­e grigionita­liana Ilario Bondolfi per spingere il governo a una tempestiva revisione della propria decisione. Di fronte alle risposte fornite dal consiglier­e di Stato Martin Jäger, l’incarico ha in poco tempo raccolto un ragguardev­ole numero di firme. L’assenza di un rappresent­ante della scena culturale grigionita­liana nel gruppo – ritengono la Pgi e la Deputazion­e grigionita­liana – rischia di compromett­ere alla radice il perseguime­nto di diversi obiettivi posti dalla nuova legge, tra cui la promozione della molteplici­tà culturale e linguistic­a.

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