Caso Centro anziani, un ginepraio
Riparliamo, per forza di cose, del Centro anziani di Balerna, alla luce anche delle ‘disgrazie’ in cui sono ultimamente finite altre case per anziani: inadeguatezze nella conduzione, tensioni tra direzione e personale, dimissioni eccellenti e, dulcis in fundo, ruberie e arresti. Arogno insegna! È più che logico chiedersi se ci sia un controllo o se le fette di salame sugli occhi vadano sempre più di moda. In questo contesto non certo idilliaco, ci preme attirare l’attenzione sulla ‘messa in rete’ del Centro balernitano, ossia il suo inserimento in un Ente autonomo di diritto comunale, che ne farà le veci. Una strategia, venduta come salutare e destinata a mandare in solluchero la cittadinanza. Questa soluzione astrusa cade a fagiolo e permette al Comune di voltare elegantemente pagina, evitando di prendere decisioni imbarazzanti, attese da tempo. Un paravento per mettere nel dimenticatoio il triste capitolo delle vessazioni consumatesi dentro al Centro (...)
(...) e oggetto di una sentenza di condanna (16 maggio 2017) della Corte delle Assise correzionali di Mendrisio. È però doveroso puntualizzare che questo progetto – come si è affrettato a sottolineare il capo dicastero Socialità e sanità del Comune – “è nato a prescindere da quanto accaduto” e darà adito a “interessanti sinergie”. Vedremo! A ogni modo, l’Ente sarà “dotato di personalità giuridica propria e disporrà di autonomia amministrativa e strategica”. L’autorità locale – sottolinea il Municipio per dissipare ogni timore – continuerà a controllare la strategia della struttura. Ma allora, questo benedetto Ente è autonomo o dipendente? Comunque sia, il Municipio di Balerna, per non averlo saputo gestire, ha de facto ceduto il proprio Centro a Chiasso, sebbene lo abbia sempre definito il “fiore all’occhiello” del Comune, nel frattempo appassito. Se ne è sbarazzato dopo che, la scorsa estate, aveva “rinnovato” alle vittime e ai parenti una “solidarietà” mai espressa, e fatto “piena luce” sulle vessazioni avvenute sotto la sua gestione, appunto per “proteggere gli ospiti”. Difatti, le conclusioni della sua inchiesta amministrativa del marzo 2011 sono state colate a picco dagli atti processuali, secondo cui “tutti sapevano”, ivi compresi vari municipali. Per corroborare la citata volontà di fare chiarezza, le bocche sono tuttora cucite. Ma allora, chi tace acconsente? O è retorica? Nel comunicato del 7 giugno 2017, il Municipio aveva deplorato che “l’accesso agli atti dell’inchiesta penale gli era sempre stato negato” (dato che non si è costituito parte civile) e si era pure detto pronto a prendere i provvedimenti che dovessero rendersi necessari, in aggiunta a quelli già adottati. Quali? Forse l’allontanamento di chi ha avuto il coraggio di denunciare o la riassunzione di chi è stato sospeso? Presieduto – correggeteci se sbagliamo – dall’attuale direttore delle case anziani di Chiasso, l’Ente accoglierà in autunno, con ‘gaudio magno’, anche il Centro di Balerna. Bene, ma che ne sarà del suo direttore e della capo cure, dei quali abbiamo invano più volte sollecitato l’allontanamento, per non essersi mai accorti (sic!) – vuoi per negligenza, vuoi per incompetenza – delle ripetute vessazioni e degli ulteriori maltrattamenti (secondo troncone d’inchiesta)? E chi li smuove! Occuperanno il loro posto a interim fino in autunno, lautamente pagati dai contribuenti, e procederanno magari ad audizioni (svolte con indiscussa autorevolezza!) in vista di nuove assunzioni? Poi saranno esonerati, non già per inadempienza, bensì per motivi di ristrutturazione, certamente con una ‘buona uscita’ sempre a carico del contribuente, per grandi ‘meriti sul campo’? Mica male! Intanto, il Municipio resta sulla sue, ottemperando a quella posizione attendista che gli è sempre stata cara e che osserva anche in questo periodo di Quaresima, che per noi credenti vuol essere di riconciliazione e di pentimento. Se si vuole uscire da questo ginepraio, non serve correre all’affannosa ricerca di coperchi, né accusare a torto la stampa o chi si è permesso di mettere il dito nella piaga. Occorre guardarsi dentro. Facciamolo almeno per le vittime.