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Ma questa Giamaica è altra cosa

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La memoria corre inevitabil­mente a Calgary 1988, quando per la prima volta un bob giamaicano si presentò al via di un Olimpiade. I quattro temerari centroamer­icani divennero famosi in tutto il mondo e ci fu pure chi li scritturò per delle pubblicità televisive. A tent’anni di distanza, la Giamaica torna protagonis­ta ai Giochi, questa volta però in campo femminile e nel bob a due. Le analogie, a ben guardare, finiscono nel colore della pelle e in quello della bandiera, perché tra il team capitanato da Dudley Stokes e quello composto da Jazmine Fenlator-Victorian e Carrie Russell non c’è praticamen­te paragone. L’equipaggio di Stokes era stato messo assieme sei mesi prima dei Giochi di Calgary e aveva potuto essere presente in Canada soltanto grazie a uno specifico invito del Cio. Fenlator-Victorian e Russell, per contro, il loro ticket olimpico l’hanno staccato secondo i crismi del regolament­o. Fenlator-Victorian, d’altro canto, è nata negli Stati Uniti e gareggia per la Giamaica soltanto dal 2016 grazie alla nazionalit­à del padre. A Sochi aveva difeso i colori degli Stati Uniti, chiudendo all’11° posto, per poi occupare la sesta piazza ai Mondiali 2015. La frenatrice Carrie Russel, dal canto suo, proviene dall’atletica, disciplina nella quale ai Mondiali 2013 aveva vinto l’oro nella staffetta 4x100. Non a caso lo scorso dicembre in Coppa del mondo le due avevano ottenuto a Winterberg il miglior risultato della storia del bob giamaicano con il 7° posto. Al villaggio olimpico la coppia ha portato un pizzico di Caribe... «Come ci svegliamo mettiamo musica e balliamo». Ma quando si tratta di allenarsi, le due tornano serie... «È importante dimostrare che le donne possono cimentarsi in discipline pericolose e che richiedono forza fisica. E che pure le giamaicane lo possono fare», ha affermato la Fenlator.

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KEYSTONE Fenlator e Russell

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