Che stress la vita in albergo
Luc Alphand si mette nei panni delle ragazze disturbate dai rinvii. E ricorda quanto successo ai Mondiali di Morioka 93.
Fra i grandi tenori della discesa libera negli anni Novanta, il francese Luc Alphand non ha mai conosciuto la gioia di una medaglia olimpica, nonostante tre partecipazioni ai Giochi (1988, 1992, 1994). Attuale consulente per France Télévision, il vincitore della Dakar 2006 si sofferma sulla situazione che i continui rinvii dovuti al vento stanno creando. E prova a mettersi al posto delle ragazze, ancora ferme al palo dopo l’annullamento, la notte scorsa, dello slalom. Vento permettendo, nella notte odierna hanno pure loro avuto il battesimo del fuoco con il gigante, ma resta il fatto che il programma permane piuttosto intasato... «Gareggiare il sabato e la domenica non comporta problemi, ma quando le prove sono tre in altrettanti giorni, un rinvio può portare a degli scompensi. Se la decisione viene annunciata al mattino presto le ragazze rimangono in albergo, ma nel caso dello slalom sono tutte salite in pista, hanno iniziato la ricognizione, sono rimaste fuori al freddo e hanno speso energie. È brutto per un atleta prepararsi per il giorno x e poi scoprire che non si tratta del giorno x». Gestire i rinvii in occasioni delle prove di Coppa del mondo è un conto, ma in occasione di Giochi olimpici o Mondiali le dinamiche mutano in modo drastico. Ne sa qualcosa lo stesso Alphand, tra i partecipanti ai Mondiali di Morioka del 1993, rassegna perturbata in lungo e in largo dal brutto tempo... «Si tratta di appuntamenti molto importanti nella carriera di un atleta e vorresti poter dare il meglio in ogni occasione. E allora quando sei costretto a rimanere chiuso in albergo per giorni e giorni diventa davvero difficile reggere la pressione mentale. A Morioka, ad esempio, il superG maschile fu addirittura annullato dal programma: restammo in Giappone 15 giorni e non fu possibile trovare uno spiraglio di bel tempo per inserire la prova. Mi ricordo che
nella camera a fianco alloggiava un ragazzo, Thierry Gentina, selezionato unicamente per il superG. Tutte le mattine si alzava ed era pronto a partire, ma poi la gara veniva posticipata. Allora ritornava in camera e con il passare dei giorni il suo nervosismo aumentava. Alla fine ha ripreso il treno con noi senza mai poter scendere in pista. Se n’è rimasto in albergo 15 giorni a girovagare. A Morioka, nel bel mezzo del nulla! Di che dar fuori di testa...». Il permanente interesse di Alphand per lo sci non è soltanto professionale. Sua figlia Estelle si sta mettendo in mostra in Coppa
del mondo con i colori della Svezia, nazione della madre... «Le ragazze potrebbero essere impegnate tre giorni di fila. Un impegno abituale in Coppa, ma non alle Olimpiadi. E la situazione potrebbe diventare ancora più difficile da gestire in caso di medaglie. Occorrerà probabilmente fare delle concessioni al protocollo: una cerimonia di premiazione alle 18 ci sta, ma se poi le medagliate devono passare da Casa Svizzera, mangiare qualche boccone di fondue e fare il giro degli studi delle tre televisioni nazionali, le energie spese potrebbero venir meno in pista».