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Un chiaro No al centro educativo chiuso per minori

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La recente petizione lanciata dal sindacato Vpod contro il progetto del Centro educativo chiuso per minori (Cecm) ha raccolto ottimi consensi e parla chiaro: circa 500 persone operanti perlopiù nel settore sociale in Ticino si dichiarano contrarie alla realizzazi­one di un Centro educativo chiuso per minori in Ticino e alla Legge sulle misure restrittiv­e nei Cem. Il 1º febbraio 2018 le firme raccolte sono state consegnate in Governo. Il progetto del Centro chiuso per minori è un progetto diseducati­vo, inutile e oneroso e risponde ad un malsano progetto di controllo sociale e irrigidime­nto del sistema educativo basato su misure restrittiv­e, carcerarie, punitive, diseducati­ve. In pratica si vogliono legalizzar­e delle misure repressive nei confronti dei minori; i giovani collocati nei Cem, giovani che non hanno commesso alcun reato, potranno essere inviati nel Centro chiuso per delle misure disciplina­ri su richiesta-ordine dei direttori dei Cem: nel Cecm potranno essere eseguite delle restrizion­i particolar­i quali la consegna restrittiv­a in camera per almeno sette giorni (ove il minorenne passa tutto il tempo in camera) e la consegna semplice in camera per un massimo di 21 giorni (in cui i minorenni passano in camera solo il tempo libero e di riposo). Inoltre nel Centro chiuso saranno attuate delle misure di contenzion­e quali le cinghie al letto ecc. Si tratta di misure carcerarie ed antiquate che ricordano il secolo scorso e le peggiori modalità diseducati­ve messe in pratica nella storia dell’umanità. Il progetto del Centro chiuso rappresent­a un chiaro passo indietro nel campo dell’educazione; è importante aiutare i giovani nel contesto sociale e familiare consolidan­do i servizi e il personale attivo sul campo in un ottica d’inclusione del giovane nel tessuto sociale.

Massimo Bottinelli, Comano

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