La volatilità è di nuovo attuale
In questo mese sui mercati finanziari non sono certo mancate le emozioni e in molti hanno definito l’andamento delle borse un “terremoto”. Cosa occorre aspettarsi? Ce lo spiega Giorgio Sala, membro di direzione di BancaStato e responsabile dell’Advisory, servizio che monitora i mercati.
Direttor Sala, cosa è successo?
Nella prima parte del mese si è verificata una correzione delle Borse dopo un lungo periodo di crescita. Il tutto è nato oltreoceano, dalla convergenza tra il rialzo dei tassi di interesse decennali statunitensi, ormai prossimi al 3%, e l’annuncio dei dati sui salari, i quali hanno fatto temere per un’accelerazione troppo rapida dell’inflazione. A cascata, poi, anche le Borse europee e quella svizzera ne hanno risentito. Si è trattato di una correzione tecnica e non di un’inversione dei mercati azionari, che ci ha fatto riscoprire un aspetto ormai latitante da molto tempo: la volatilità. Ha fatto scalpore perché non ci eravamo più abituati. Va comunque segnalato che dopo il dato diffuso lo scorso mercoledì sull’inflazione americana, risultata in crescita oltre le previsioni, le Borse hanno reagito diversamente, chiudendo la seduta in territorio positivo e con l’indice di volatilità in ribasso, come se la Borsa avesse già metaboliz- zato il rischio inflazione di qualche giorno prima.
Dunque non siamo di fronte all’inizio di una crisi come quella del 2008?
Direi proprio di no. Semplicemente, la volatilità di prezzo rientra nella normalità della vita di un trend, e d’ora in avanti potremo vederla riapparire sulle Borse sempre più frequentemente, specie se i tassi di interesse e l’inflazione dovessero aumentare a ritmi sostenuti.