Bis d’autore per Hirscher
Distacchi abissali fra l’austriaco e gli altri: Kristoffersen, 2°, già a 1”27
L’oro messo al collo nella combinata sembra averlo definitivamente sbloccato. Perché Marcel Hirscher, il Mozart dello sci, sabato ha concesso il bis imponendosi nel gigante, davanti a Henrik Kristoffersen e ad Alexis Pinturault. Il 28enne di Salisburgo non ha fatto sconti sul pendio di Yongpyong, dettando la sua legge, quella di un campione che, a sentir parlare Svindal o Yule, è il più grande sciatore di tutti i tempi. Nessuno, stavolta, è stato in grado di scalfirne il mito. Il norvegese Kristoffersen, autore di una superba seconda manche, al tirar delle somme ha comunque dovuto dichiararsi battuto con un distacco abissale dal vincitore: addirittura 1”27. E tutto lascia supporre che non sia ancora finita qui per un Hirscher che ben fisso davanti a sé ha anche lo slalom di giovedì, dove si presenta al cancelletto di partenza con lo statuto di favorito. Sul fronte svizzero, il migliore è stato Loïc Meillard a salvare il bilancio grazie al suo tutto sommato confortante nono rango a 2”41 dal vincitore. L’esperienza acquisita in Corea sarà sicuramente utile per il futuro in Coppa del mondo. Gino Caviezel ha concluso 15°, a 3”21, mentre Carlo Janka, invitato dell’ultima ora al posto di Luca Aerni, ha chiuso 26°, piazzamento tutto sommato lusinghiero considerata la sua assenza di punti di riferimento in gigante questa stagione. Delusione invece per Justin Murisier, il più atteso del clan rossocrociato, che dopo aver fatto segnare il miglior tempo con 6 centesimi di vantaggio su Hirscher al primo rilevamento, si è fatto sorprendere da un dosso ed è stato eliminato. Giochi terminati per il vallesano che lascia la Corea del Sud con un bilancio di due eliminazioni in altrettante gare. «Non c’è granché da spiegare – si rammarica l’elvetico –. Ai Giochi non ci sono mezze misure. Il mio obiettivo nella prima manche era di prendere qualche rischio per trovarmi con i migliori. In un appuntamento come le Olimpiadi, devi sciare al tuo limite se vuoi metterti al collo una medaglia».
L’orgoglio di Song il Kang
Sceso con il pettorale numero 110, Song il Kang ha interpretato alla lettera il motto decoubertiniano secondo cui ai Giochi l’importante è partecipare: «Speravo solo di fare meglio di quelli che erano caduti – racconta il nordcoreano, arrivato al traguardo con l’84° tempo a oltre 20” da Hirscher –. Ciò che conta è di aver sciato per la gloria della Corea del Nord». Ultimo dei concorrenti a prendere il via oltre due ore dopo l’arrivo dell’austriaco, Song il Kang ha comunque saputo fare meglio del connazionale Myong Gwang Choe, sceso subito prima di lui.