laRegione

Un derby con poco pathos

- Di Dario ‘Mec’ Bernasconi

Il terzo derby stagionale va ai Tigers, dopo una partita in equilibrio nel primo quarto, dominata dai bianconeri nei successivi 15 minuti, riaperta dalla Sam a cavallo dei due ultimi quarti, prima che i bianconeri la chiudesser­o negli ultimi cinque. Una gara condiziona­ta dall’assenza di Aw in casa Massagno che ha tolto qualità e quantità sotto le plance, ma che ha anche sconvolto i piani tattici del Lugano, come dirà Petit a fine gara. Ma se a questi ultimi si può rimediare, per Massagno è stata un’assenza determinan­te. L’equilibrio dei primi otto minuti poggia sui molti errori e qualche distrazion­e: il Lugano non avanza che di qualche punticino fino al 19-18 al 9’. Poi due triple di Stockalper spaccano e così, a cavallo dei due quarti, il Lugano mette un 17-0 che chiude il discorso: 36-18 al 4’. Ongwae è al 4° fallo al 7’, i bianconeri giocano in scioltezza e il divario sale a +22, 46-24, 48-28 alla pausa. Con un 7-0 in entrata di terzo quarto, si va sul 55-28, un +27 che non ammette sogni. Però, a questo punto, vuoi per un certo rilassamen­to difensivo di Rambo e compagni, vuoi per il carattere della Sam, dal 65-43 al 9’, si passa al 65-56 al 3’ dell’ultimo quarto. Gubitosa se la gioca con i cinque “piccoli”, lasciando in panca un Jankovic che pure aveva fatto bene nel terzo quarto. Una mossa che però il Lugano destabiliz­za, dopo un timeout di peso di Petit: i bianconeri infatti ritrovano la difesa e innescano Padgett sotto le plance, che trova canestro con continuità. Il divario torna a salire: dal 79-69 al 7’ si va sull’86-69 due minuti dopo, con il Lugano che chiude a +20 sulla sirena. Una partita dove ci sono state 19 palle perse per squadra, dove i rimbalzi sono stati equi, 41-35, ma con Massagno a prenderne 17 in attacco, se mai ci fosse bisogno di capire la latitanza bianconera nel settore. Una partita dove non c’è stato il pathos delle altre sfide, anche se il recupero Sam ha messo in apprension­e i tifosi bianconeri per i déjà-vu stagionali. Un grande Stockalper da una parte, coadiuvato da un Rambo spesso incontenib­ile e un Padgett valido solo in attacco. Sul fronte Sam, Ongwae ha tenuto in piedi i suoi, con qual- che spunto degli altri, ma troppo alterni per far male. «È stata una partita difficile – commentava Petit – perché ci ha scombussol­ato i piani. Non abbiamo concesso molto, prima di uno sbandament­o pericoloso. Ma poi ci siamo ripresi e abbiamo chiuso con autorità». «Non riesco ad accettare l’approccio alla gara, troppa passività da parte nostra – è il commento di Gubitosa –: poi abbiamo reagito con grinta e determinaz­ione, ma il divario era troppo e ci è costato energie per rientrare. La prossima spero di giocarmela con l’infermeria vuota, al Lugano non puoi regalare Aw e Magnani».

Donne, vince solo il Riva

In campo femminile da segnalare la vittoria del Riva, peraltro piuttosto scontata contro un Ginevra sempre più ultimo della classifica. Si è per contro fatto gabbare il Bellinzona contro l’Hélios (penultimo).

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TI-PRESS/CRINARI Keon Moore cerca di rubare palla a Dominique Rambo

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