Le radioTv sono importanti per molti anziani
In questa accesa campagna sull’iniziativa “No Billag”, i contrari hanno spiegato quanto dannoso potrebbe essere per il nostro paese abolire il canone radiotelevisivo. Mi permetto di aggiungere un tema che pochi, o forse nessuno, ha finora citato. Se l’iniziativa passasse, la sua applicazione condizionerebbe la vita quotidiana di una parte della popolazione troppo spesso dimenticata: gli anziani. Il 18% della popolazione in Svizzera ha più di 65 anni e fra 10 anni aumenterà al 24%. Gli anziani trascorrono 2 ore della loro giornata a seguire trasmissioni radiotelevisive. Abolire il canone significa diminuire, se non addirittura far sparire, l’offerta radiotelevisiva svizzera. Ciò creerebbe problemi nella quotidianità degli anziani. Questi ultimi si vedrebbero confrontati con proposte mediatiche dall’estero, che di certo non informano su argomenti di carattere locale, cantonale e nazionale. Ciò significherebbe per gli anziani essere esclusi dalle realtà del nostro paese. Inoltre, 300’000 persone in Svizzera beneficiano di prestazioni complementari e sono esentate dal canone. Cosa succederà a loro se per seguire un dibattito o gioire per le vittorie di Federer, saranno costrette a pagare abbonamenti PayTv non certamente agevolati per accedere a tali trasmissioni? L’iniziativa “No Billag” metterebbe in difficoltà molti anziani che, invece di vedere i programmi delle nostre emittenti con un contributo di 1 franco al giorno, se non gratuitamente, dovrebbero iniziare a far le pulci ai loro già striminziti budget mensili ed essere costretti a rinunciare a un loro diritto. La Fares e il Consiglio svizzero degli anziani invitano a respingere l’iniziativa in quanto poco rispettosa delle peculiarità svizzere e delle esigenze degli anziani. Anch’io sono convinto che occorra votare No.
Lindo Deambrosi, Sessa