Denunciata società d’incasso multe
Esposto del Fronte automobilisti Ticino alla Procura federale
Il Fronte automobilisti Ticino (Fat) ha denunciato al Ministero pubblico della Confederazione il comportamento «illegale» di una società di incasso della Svizzera interna, la quale – sostiene in una nota l’associazione – «pretende di riscuotere presunte multe per conto della Repubblica Serba, contravvenendo così all’articolo 217 del Codice penale svizzero». L’esposto alla Procura federale è stato presentato in seguito a una multa intimata «a un’automobilista ticinese». A sollevare qualche sospetto, scrive il Fat, «oltre al fatto che la società non usasse nessun tipo di documento ufficiale che attestasse la contravvenzione, è stato il rapporto manifestamente sproporzionato fra la multa e le spese amministrative per l’incasso (quindici volte maggiore rispetto a una normale sanzione di posteggio serba)». La società «per raggiungere il suo scopo e indurre il malcapitato a pagare, ha adottato un linguaggio intimidatorio, minacciando di procedere per vie esecutive e giudiziarie, qualora l’interessato non avesse in tempi brevi saldato la sanzione e le spese esorbitanti». Il «comportamento» di queste società «è chiaramente illegale e mina la sovranità nazionale svizzera. Questo agire lede chiaramente l’articolo 271 del Codice penale svizzero, in cui è specificato il divieto di compiere senza autorizzazione delle autorità elvetiche atti per conto di uno Stato estero». Il Fat, coordinato da Andrea Censi, ritiene che se siano commesse all’estero infrazioni al codice della strada, «esse debbano seguire obbligatoriamente la via di servizio, tramite le rogatorie internazionali». Questo «a tutela dei diritti degli automobilisti, ma anche per trasparenza e chiarezza. Infatti non è tollerabile che società private procedano ad atti di pubblico imperio di Stati esteri come se fossero autorità statali interne, men che meno che procedano nella riscossione di contravvenzioni, lucrando sugli incassi» e conseguendo così «illeciti profitti». Il Fat, che aveva contestato con successo il rincaro delle imposte di circolazione 2017 in Ticino, auspica che la Procura federale faccia piena luce sulle modalità con cui «questa società avrebbe ottenuto la delega dello Stato serbo e come giustifica a fronte di un importo irrisorio per la contravvenzione, le esose spese di incasso».