Il Ticino traina la Svizzera
Boom di pernottamenti nel 2017, record in tutto il Paese. Nell’ultimo biennio la crescita è del 12,6%
L’aumento dovrebbe continuare, più contenuto, anche quest’anno. Ma con investimenti e senza smettere di progettare a medio termine.
I pernottamenti in Canton Ticino l’anno scorso sono saliti del 7,7 per cento, raggiungendo quota 2’455’099. Un dato che attesta una crescita importante, ma che se accorpato a quello del 2016 (dove l’aumento fu del 4,6 per cento) mostra come nell’ultimo biennio nel settore turistico il Ticino sia stato la locomotiva della Svizzera, cresciuta a livello nazionale del 5,2 per cento. Nessuna regione, infatti, è andata meglio. E buone notizie dovrebbero arrivare anche dal 2018: secondo una stima basata sui dati più recenti condotta dall’Osservatorio del turismo, quest’anno i pernottamenti dovrebbero aumentare di un ulteriore 2,6 per cento. Una crescita, quella ticinese, che ha beneficiato di varie circostanze (vedi articolo sotto) che hanno contribuito, però, a valorizzare un prodotto già appetibile di suo. Ne è convinto Elia Frapolli, direttore di Ticino Turismo. «L’andamento del 2017 ci ha permesso di raggiungere livelli simili a quelli del 2010, stiamo recuperando e lo stiamo facendo grazie al nostro territorio ma anche a tutta una serie di investimenti che, però, non devono interrompersi». Già, perché se è vero che il trend per il turismo alberghiero è positivo, di conseguenza «non c’è miglior momento per investire. Lo dico con convinzione, il turismo non può né deve fermarsi mai. Bisogna sempre pensare a nuovi progetti, nuove sfide, nuovi aspetti da promuovere e sui quali investire». Tanto è stato fatto nel recente passato, «con l’apertura del Lac a Lugano e del Fiore di pietra sul Monte Generoso che hanno reso molto più attrattive le regioni del Sottoceneri» ma tanto c’è da fare ancora. «Ci vogliono dinamismo, voglia di investire e soprattutto pensare sempre a medio-lungo termine – afferma Frapolli –, l’errore che oggi dobbiamo assolutamente evitare è quello di sederci sugli allori di questi dati positivi e smettere di immaginare il futuro». Un errore che riporterebbe il Ticino turistico verso le secche conosciute negli anni passati e dalle quali sta riemergendo, rivolgendosi a mercati con clientele molto diverse tra loro. La crescita di turisti in arrivo dal resto della Svizzera è stata alta, pari al 9,3 per cento, ma ancor più marcata è stata quella di persone provenienti da mercati ai quali il Ticino si sta aprendo sempre più. «Seppur con volumi ancora non altissimi e che speriamo di consolidare in futuro – spiega il direttore di Ticino Turismo – riscontriamo che dall’India è arrivato il 33,9 per cento di turisti in più, dalla Cina sono aumentati del 10,7 per cento e dagli Stati Uniti dell’11,5 per cento». Clientele diverse possono voler dire esi- genze diverse, ed è per questo che assieme a Elia Frapolli hanno preso la parola i responsabili di due importanti alberghi ticinesi – l’International au Lac di Lugano e il Belvedere di Locarno – e la neoproprietaria di un Bed & Breakfast di Riva San Vitale, il Chery. Assieme all’importanza, rilevata da tutti, di investimenti per attività a corredo del soggiorno turistico, Roberto Schmid, direttore dell’albergo luganese, ha ricordato come assieme al dato dei pernottamenti si debbano prendere in considerazione il prezzo medio, la durata del soggiorno e la provenienza della clientela. Solo così, a suo avviso, si può ottenere una valutazione completa sullo stato del settore turistico.