A Ghuta si muore, all’Onu si litiga
Damasco/New York – Che si trovi un accordo all’Onu su un cessate il fuoco nella Ghuta orientale è ancora improbabile. Che nella provincia siriana ancora in mano ai ribelli si moltiplichino le morti sotto i bombardamenti governativi, è sicuro. Ancora ieri, la Russia ha respinto una prima bozza di documento presentata da Kuwait e Svezia, con l’appoggio degli Usa, al Consiglio di Sicurezza per imporre una tregua di 30 giorni e l’accesso agli aiuti umanitari. Sin dall’inizio della giornata, del resto, il ministro degli Esteri di Mosca, Serghei Lavrov, ha frenato la proposta, affermando di temere che il vero obiettivo dei Paesi occidentali fosse la destituzione del presidente Bashar al Assad. Il Comitato della Croce Rossa Internazionale, dicendosi sconvolto dai livelli di violenza raggiunti negli ultimi giorni nella Ghuta, ha reso noto di essere pronto a fare arrivare un convoglio con cibo, medicinali e materiale sanitario per i 400mila civili intrappolati nell’enclave ribelle, ma di non avere il permesso delle autorità di Damasco. I bombardamenti non si sono fermati nemmeno ieri. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), le forze governative hanno nuovamente martellato la regione uccidendo 21 civili, 13 dei quali nella cittadina di Duma, circa 15 chilometri dalla capitale. Secondo lo stesso Osservatorio, in mancanza di altre fonti, durante l’offensiva cominciata domenica i morti sono stati circa 400. Dopo diversi giorni anche Washington ha rotto il silenzio, condannando i bombardamenti “contro il popolo siriano da parte di Russia e del regime di Assad”. Mentre Mosca, da sempre vicina al regime, afferma di non opporsi in principio ad una tregua umanitaria, purché escluda gruppi “terroristi”. Cioè l’Isis, ma anche i qaedisti di Al Nusra, e “i gruppi che collaborano con loro”. “I nostri partner occidentali – ha aggiunto Lavrov – non vogliono purtroppo escludere in maniera decisa i terroristi dal regime dalla tregua”. Terroristi, sotto la cui definizione vanno tutti coloro che si oppongono ad Assad...