L’arte di insultare
Diciamocelo pure: non è una cosa bella. Il più delle volte non è neanche una cosa elegante (se si esclude Oscar Wilde). Eppure sono sicuro che ognuno di noi, prima o poi, anche soltanto nel proprio intimo, si sia lasciato andare ad un insolente, intenso, insulto liberatorio… Del resto, nel vano tentativo di nobilitare l’atto di ingiuriare, potrei ricordare che anche Schopenhauer, nel suo L’arte di ottenere ragione, come ultimo stratagemma dialettico propone questo: “Quando ci si accorge che l’avversario è superiore e si finirà per avere torto, si diventi offensivi, oltraggiosi, grossolani, cioè si passi dall’oggetto della contesa (dato che lì si ha partita persa) al contendente e si attacchi in qualche modo la sua persona”. Ma poi, sarcastico, aggiunge: “Questa regola è molto popolare poiché chiunque è in grado di metterla in pratica, e viene quindi impiegata spesso”. Il libro che consigliamo questa settimana, Come insultavano gli antichi, ci dimostra che questo stratagemma non è solo molto popolare, ma anche antichissimo e per di più ci ricorda che nel tempo vi hanno fatto ricorso anche poeti, drammaturghi, grandi oratori e uomini di stato. Così impariamo, con Eraclito, come si possa con eleganza insultare un’intera polis: “Che la vostra ricchezza non venga mai meno, o Efesini, affinché nelle vostre opere possiate essere svergognati”. Il sempre pungente Marziale, invece, ci suggerisce come non augurare felicità agli sposi: “Dopo aver sepolto ben sette mariti, o Picentino, Galla ti sposa. Vuol morire anche lei”. Potete utilizzare questo piccolo prezioso libro in più modi: potete prenderlo come un divertissement da salotto per un pomeriggio di pioggia; potete leggerlo come una piccola raccolta di testi che vengono di norma prudentemente evitati dai curatori delle antologie scolastiche. Oppure, per i più combattivi tra voi, può diventare un piccolo manuale di ingiuria classica: come insultare con eleganza in greco e latino, lasciando l’avversario a bocca aperta. Perché del resto si sa: l’insulto è vincente solo quando non ammette replica.
Come insultavano gli antichi a cura di Neleo di Scepsi Il melangolo, 2017 103 pagine