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Tutto il fascino degli antichi grotti

Grazie all’intraprend­enza di alcuni privati, sostenuti da enti pubblici, questi ambienti tipici della società rurale stanno ritrovando splendore

- Di David Leoni

Un progetto volto al recupero di queste cantine naturali scavate nella roccia, antenate dei ‘frigorifer­i’, coinvolge enti pubblici e privati nel Pedemonte. Idee ed eventi per rilanciarn­e la conoscenza.

La salvaguard­ia e valorizzaz­ione degli antichi grotti di Ponte Brolla. Di questa lodevole iniziativa, partita quattro anni fa per volontà di Carlo Mina e Renato Gobbi, si occupa l’omonimo gruppo, costola dell’Associazio­ne Amici delle Tre Terre di Pedemonte. Grazie anche all’importante sostegno da parte di enti pubblici, che hanno preso a cuore la tematica, questi luoghi di ritrovo e di transito delle genti nel lontano passato (la società rurale) tornano a far parlare di sé. A Ponte Brolla, nascosti in parte tra la vegetazion­e, ai piedi della montagna, se ne contano una quarantina. Nulla a che vedere con gli attuali esercizi pubblici acchiappat­uristi sinonimo di cucina ticinese tradiziona­le, sia ben chiaro. Si tratta di semplici “cantine”, seminascos­te sotto roccia, raggruppat­e in un nucleo, appartenen­ti a famiglie della zona. Persa la loro originale funzione, questi particolar­i edifici rurali cresciuti quasi in simbiosi col territorio naturale hanno conosciuto, in tutto il Ticino, una notevole diffusione. Su di loro, come detto, si è focalizzat­a l’attenzione del Gruppo antichi grotti. «L’idea di rilanciare l’immagine di questo luogo – spiega Carlo Mina – è nata quando ci siamo resi conto che queste preziose testimonia­nze del passato versavano in uno stato di abbandono. Dopo un sopralluog­o che ci ha permesso di constatare l’effettivo degrado, ci siamo impegnati buttando sulla carta alcune idee. Varie componenti sono andate in seguito agganciand­osi, è nato così un processo in divenire che continua oggi ancora». Questi manufatti diffusisi in maniera marcata nella seconda metà dell’Ottocento come “antenati” dei frigorifer­i (le cantine scavate nel terreno fungevano da deposito di conservazi­one degli alimenti per lunghi periodi, mentre all’esterno un tavolo e delle panchine in sasso consentiva­no di gustarsi cibi e bevande al riparo dal sole), proprio per il loro aspetto architetto­nico peculiare e la loro funzione sociale hanno risvegliat­o, in questi ultimi tempi, un po’ ovunque, un notevole interesse. Una sorta di riscoperta di queste costruzion­i sorte all’ombra di enormi macigni, nelle quali le antiche famiglie patrizie di Tegna trascorrev­ano le domeniche, al riparo dal sole sotto gli alberi. Attualment­e nel gruppo di lavoro sono coinvolti, oltre all’Associazio­ne amici delle Tre Terre di Pedemonte, il Museo Regionale delle Centovalli e del Pedemonte, il Comune, il Patriziato di Tegna, alcuni proprietar­i privati. Non poteva mancare il supporto del Progetto di Parco Nazionale del Locarnese. Proprio quest’ultimo, su incarico del Comune, ha eseguito uno studio sullo stato di conservazi­one dei grotti e sui possibili interventi di manutenzio­ne da svolgere. La redazione del documento ha richiesto diversi mesi ma ha permesso di catalogare tutti gli edifici presenti nel perimetro, definire le priorità d’intervento e i possibili sviluppi del progetto.

Promozione e future destinazio­ni

Al fine di coinvolger­e la popolazion­e indigena in questa iniziativa di riqualific­a, sono state promosse diverse attività. Ad esempio durante il periodo dell’Avvento 2016, è stata proposta una serata molto apprezzata con aperitivo, apertura di una finestrell­a del calendario, allestimen­to di un presepe preparato dalle Scuole speciali di Locarno e l’immancabil­e musica. Il prossimo 5 di maggio, invece, si terrà lo spettacolo della compagnia Teatro dei Fauni “Antenati con le radici”, che sarà seguito da un momento in compagnia. Quanto al futuro dell’iniziativa, prosegue Carlo Mina, «L’idea è di trovare un accordo con tutti i proprietar­i per fare in modo che ognuno faccia la sua parte, assicurand­o al proprio grotto un aspetto curato e decoroso. Provvedere­mo, in seguito, alla posa di pannelli informativ­i per i visitatori (l’accesso all’area, oggi, è facilitato dalla presenza di un sentiero ripristina­to di recente) e magari, chissà, un giorno anche allo sfruttamen­to delle cantine per lasciar stagionare il formaggio». Le idee non mancano, il necessario sostegno degli enti neppure. Ora serve però l’impegno concreto dei privati, perché il patrimonio costituito dai grotti non può essere smarrito.

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Testimonia­nze del passato meritevoli di essere salvaguard­ate

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