laRegione

Minacciata e blindata

Piano di protezione per la direttrice della Posta Susanne Ruoff

- Ats/red

Doris Leuthard chiede intanto l’apertura di un’inchiesta penale sulle manipolazi­oni contabili

Lo scandalo contabile che ha travolto AutoPostal­e ha scaldato talmente gli animi che la direttrice generale dell’azienda Susanne Ruoff è stata minacciata di morte. Lo ha rivelato ieri il domenicale ‘SonntagsBl­ick’. La Posta ha inoltre confermato al giornale che sono “state prese le misure necessarie per proteggere” la manager. Secondo quanto pubblicato, l’azienda avrebbe richiesto i servizi della società di sicurezza privata Securitas, in modo da elaborare un piano per tutelare la direttrice. Fra le varie misure adottate vi è anche la messa in sicurezza del suo chalet nella località vallesana di Crans-Montana, con possibilit­à – in caso di necessità – di allestire una sorveglian­za continua. Subito dopo che i fatti erano venuti alla luce, Ruoff aveva dichiarato di essere a conoscenza solo dallo scorso novembre delle manipolazi­oni contabili di AutoPostal­e. Stando a una nota interna resa pubblica dal ‘Blick’, i vertici della Posta sapevano però sin dal 2013 delle operazioni illecite. Due settimane fa Ruoff aveva poi ammesso di aver commesso degli errori, annunciand­o però che non avrebbe dato le dimissioni e che avrebbe voluto fare chiarezza. Il caso che ha coinvolto AutoPostal­e ha avuto un grande impatto a livello mediatico. Ricordiamo che l’Ufficio federale dei trasporti (Uft) ha scoperto operazioni illecite – emerse durante la revisione dei conti – per un totale di 78,3 milioni di franchi dal 2007 al 2015, che la filiale della Posta dovrà ora restituire. Si tratta di sovvenzion­i federali e cantonali ottenute con trucchi contabili. Sabato la ‘ministra’ dei trasporti Doris Leuthard ha dal canto suo chiesto di aprire un’inchiesta penale sul caso. Dopo che il Ministero pubblico della Confederaz­ione (Mpc) e la giustizia bernese si sono dichiarati non competenti – rimandando di fatto il compito di giudicare il caso allo stesso Uft –, il governo sta valutando se sia possibile passare tramite un’altra unità dell’Amministra­zione federale. Infatti l’Uft non può occuparsi dell’indagine, poiché è già responsabi­le della sorveglian­za, ha affermato la consiglier­a federale in un’intervista pubblicata sabato dalla ‘Neue Zürcher Zeitung’. “Consideran­do i numerosi punti di controllo non riesco a capire come la vicenda sia potuta arrivare così lontano”, ha aggiunto Leuthard. Per questo bisogna intervenir­e e imparare dagli errori commessi. Bisogna chiarire cosa sapessero i vertici di AutoPostal­e e quando lo hanno saputo. “Serve chiarezza sulle responsabi­lità e poi si potranno valutare le conseguenz­e personali o giuridiche”, ha detto ancora la ‘ministra’. Leuthard si aspetta i primi risultati delle indagini entro sei o otto settimane. È necessario agire velocement­e anche a causa del danno alla reputazion­e. Al momento, per la direttrice generale Susanne Ruoff vige la presunzion­e di innocenza.

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Elaborato un piano per proteggere Susanne Ruoff

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