Siria, tregua Onu violata
Ancora bombardamenti ad Afrin e nella Ghuta nonostante il cessate il fuoco Merkel e Macron chiedono a Putin di esercitare ‘la massima pressione sul regime siriano’ per fermare i raid aerei e i combattimenti
Non basta il Consiglio di sicurezza Onu, non basta un rinnovato appello di Papa Francesco per porre fine alla “disumana violenza”: la Siria, a 24 ore dalla tregua approvata al Palazzo di Vetro, è l’inferno di sempre, con il sangue che scorre a fiumi alle porte di Damasco, ad Afrin, a Idlib, Hama, a Daraa. Ovunque, insomma. Nella Ghuta orientale, che cinge parte della capitale siriana, le forze governative hanno bombardato dal cielo con i caccia e da terra con l’artiglieria. Nel distretto di al-Marj i militari siriani provano a farsi strada con una vasta offensiva di terra, la più importante da mesi. Ma devono fare i conti con la resistenza dei ribelli, in particolare Jaysh AlIslam (l’esercito dell’Islam, ndr) la principale formazione, di ispirazione salafita, operativa nell’area. I morti, stima l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sono almeno 20. Molti soldati e ribelli sarebbero stati catturati. Da domenica scorsa, il bilancio dell’escalation nella Ghuta orientale è di 520 morti, tra i quali 127 bambini. Il Syrian network for human rights ha documentato, dall’inizio della guerra civile in Siria nel 2011, l’uccisione nella regione di quasi 13mila civili, tra i quali oltre 1’400 bambini. Bilanci destinati a crescere: le forze governative siriane “continueranno” l’offensiva nella Ghuta orientale, ha annunciato ieri il capo di Stato maggiore dell’esercito iraniano, il generale Mohammad Baqeri. La Repubblica islamica è uno dei principali alleati di Damasco. Iran e Siria rispetteranno la tregua Onu ma “il cessate il fuoco non comprende i sobborghi di Damasco in mano ai terroristi, lì le operazioni continueranno”, ha avvertito l’alto responsabile militare. “L’esercito siriano ha l’obiettivo di ripulire il terreno dai terroristi per la sicurezza della popolazione di Damasco: fino ad oggi sono stati sparati 1’200 colpi di mortaio sulla città” dai sobborghi della capitale, ha aggiunto. E non c’è solo il fronte di Damasco: la risoluzione Onu per la tregua in Siria “non avrà impatti sull’offensiva turca ad Afrin”, nel Nord del Paese, ha detto il vicepremier turco Bekir Bozdag. E ad Afrin, infatti, ieri sono proseguiti violenti combattimenti tra i turchi e i curdo-siriani. L’Iran ha poi precisato che continueranno le operazioni anche a Idlib. Mentre l’Osservatorio siriano ha registrato una escalation militare nelle province di Daraa, dove esplose la rivolta anti-Assad sette anni fa, di Hama e di Homs. Il presidente russo Vladimir Putin, quello francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno avuto un colloquio telefonico sulla situazione. I tre, secondo il Cremlino, hanno sottolineato “l’importanza di continuare gli sforzi comuni per implementare pienamente e il più rapidamente possibile le disposizioni” della risoluzione Onu sulla tregua. Mentre la cancelleria tedesca ha fatto sapere che Merkel e Macron hanno chiesto a Putin di esercitare “la massima pressione sul regime siriano perché fermi immediatamente i raid aerei e i combattimenti”.