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La volatilità dei mercati azionari

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Dopo utili di corso fulminanti a inizio anno, le preoccupaz­ioni relative ai tassi d’interesse sui mercati azionari hanno iniziato a penalizzar­e i corsi. Con la pubblicazi­one dei dati sulla crescita dei salari negli Usa, interpreta­ti con effetto inflazioni­stico, le preoccupaz­ioni relative ai tassi si sono intensific­ate contribuen­do di sicuro in modo significat­ivo alla forte flessione dei corsi azionari. E ciò in un contesto in cui già altri fattori avevano determinat­o disagi: ad es. volatilità vicine al minimo storico e il notevole aumento dei corsi a inizio anno, che rende le azioni con valutazion­e elevata vulnerabil­i a correzioni. Sono molti però i fattori che fanno ritenere che questa correzione rappresent­i una pausa gradita e non l’inizio di un mercato ribassista. Lo dimostra soprattutt­o la dinamica molto soddisface­nte dei profitti aziendali, confermata anche nell’attuale stagione delle comunicazi­oni. Difatti dopo che nel frattempo la maggior parte delle aziende dell’indice di riferiment­o americano ha presentato il proprio andamento degli affari, nel complesso continua a delinearsi un quadro costanteme­nte positivo: tant’è vero che sia nei fatturati che negli utili, nel T4 del 2017 è stato finora possibile raggiunger­e nuovamente un incremento. Meno avanzata è la stagione delle comunicazi­oni in Svizzera, tuttavia, finora, anche nel nostro Paese si rileva la tendenza dei profitti aziendali sempre in aumento. Sui mercati azionari si sono calmate le acque, ma dopo anni borsistici straordina­riamente tranquilli gli investitor­i devono riabituars­i al notevole aumento della volatilità.

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Ivano Citrini, membro della direzione di Banca Raiffeisen Tre Valli e responsabi­le della clientela investimen­ti
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