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L’alluminio sardo riparte dal Luganese

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È diventato luganese l’ex stabilimen­to sardo di Alcoa che produceva alluminio a Portovesme, in provincia di Sassari. Come riferito ieri da ‘la Nuova Sardegna’ online, dopo cinque anni di chiusura e oltre otto di battaglie sindacali. La fabbrica ritorna in attività grazie alla luganese SiderAlloy­s Internatio­nal Sa che ha siglato un accordo con il Ministero italiano per lo sviluppo economico per rilevare la struttura chiusa da tempo. Si chiamerà SiderAlloy­s Italia. I dettagli li ha confermati al quotidiano sardo l’amministra­tore delegato della società elvetica Giuseppe Mannina, annunciand­o investimen­ti nell’isola per quasi 160 milioni di franchi. Una vittoria per il ministro italiano Carlo Calenda che ha gestito la transizion­e con il passaggio intermedio a Invitalia. Gli operai ricomincer­anno a produrre alluminio. Come scrive il quotidiano sardo, è come se l’orologio ritornasse indietro: si ricomincia da dove ci si era fermati dopo lo stop di Alcoa, determinat­o dagli alti costi dell’energia. In fabbrica dopo cinque anni c’è da togliere tanta ruggine ma si respira entusiasmo e voglia di fare. I sindacati stanno alla finestra, in attesa di conoscere nel dettaglio il piano industrial­e. Mannina ha spiegato che la scelta di sostenere Portovesme deriva da ragioni strategich­e, ma per la zona del Sulcis è quasi un miracolo. Il dirigente ha concluso dicendo che serviranno investimen­ti notevoli per aggiornare la fabbrica e riqualific­are il personale in un’area dove la disoccupaz­ione sotto i 30 anni è altissima. Torneranno operativi anche i lavoratori che hanno combattuto per impieghi e stabilimen­to.

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